Lione, Garcia: "Fiero del percorso fatto alla Roma, non ho rimpianti. Mi auguro che Pellegrini sia la futura bandiera. Non mi è piaciuta la gestione dell'addio di Totti"

21.04.2020 19:57 di  Marco Rossi Mercanti  Twitter:    vedi letture
Lione, Garcia: "Fiero del percorso fatto alla Roma, non ho rimpianti. Mi auguro che Pellegrini sia la futura bandiera. Non mi è piaciuta la gestione dell'addio di Totti"
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© foto di Insidefoto/Image Sport

Rudi Garcia, attuale tecnico del Lione con un passato anche alla Roma, è stato intervistato da Sky Sport. Ecco le sue dichiarazioni:

Possibile la ripartenza del campionato francese dal 17 giugno?
“Qua c’è la stessa situazione che c’è in Italia ma con una settimana di ritardo. Ci sono tanti dibattiti sulla ripresa, se dobbiamo mantenere una distanza tra i giocatori non si può giocare a calcio, magari ci si può allenare a piccoli gruppi per 7-10 giorni ma non si può fare una partitella in gruppo, mi sembra complicato riprendere”.

Discutete della ripresa su una chat What’s App con altri allenatori?
“L’ho creato io per fare un dono i nostri eroi che ci stanno aiutando, ovvero gli infermieri e i medici e quindi abbiamo fatto questa raccolta con tutti gli allenatori di Ligue 1 e Ligue 2 e abbiamo dato alcuni soldi. Questo era l’obiettivo del gruppo e poi anche qui diciamo la nostra, ci scambiamo le nostre idee. Adesso anche Domenech è nel gruppo, è il direttore del sindacato dei calciatori, è importante che lui sappia quello che noi abbiamo in testa, noi allenatori siamo preoccupati”.

(Messaggio di Totti)
“Ciao mister, volevo salutarla. È tanto tempo che non ci vediamo, spero che questo problema finisca quanto prima così la verrò a trovare in Francia. Le mando un grande abbraccio, lei fa parte del mio percorso e ci vediamo presto. Ah dimenticavo, salutami Fred e Claude che sono i due pilastri”.

“Fred e Claude sono due miei collaboratori. Non sono sorpreso che Checco li abbia salutati. Lui è un uomo che conta molto per me, è un onore aver avuto un giocatore del genere, sono sempre emozionato quando vedo le immagini di lui in campo”.

Cos'è rimasto dell'esperienza di Roma?
"Ho scoperto la Roma e Roma, ho scoperto la vostra cultura, la vostra lingua. Ogni giorno con Francesca (la compagna, ndr) mi alleno con l'italiano e mi tengo al corrente di tuttò ciò che succede. Per sfortuna ora ci occupiamo di altro oltre al calcio, al momento la preoccupazione è la salute e ogni giorno siamo al telefono per sapere se le cose migliorano".

Rimpianti per non aver vinto con la Roma?
"Si può sempre fare meglio ma non ho rimpianti, sono fiero del percorso che abbiamo fatto. Vi ricordo solo che abbiamo un avversario di altissimo livello perché la Juventus, soprattutto il primo anno, ha fatto il record con 102 punti in campionato ed è anche importante accettarlo. Non so se fosse più forte della nostra ma aveva più esperienza, hanno vinto 8 scudetti di fila ed è un grande club. Già avergli dato un po' di problemi è stata una bella cosa. Sto vedendo il gol di Balzaretti nel derby, ricordo che ero arrivato sulle ceneri perché la Roma aveva avuto la brutta idea di perdere la Coppa Italia contro la Lazio. Tutti erano preoccupati per il derby, io l'ho vista come un'opportunità. Siamo arrivati a punteggio pieno e abbiamo vinto 2-0, ricordo le lacrime di Balzaretti che sento spesso, sono legati per tutta la mia vita a questi giocatori, avevo un gruppo di lupi, dal capitano a De Rossi a De Sanctis, Benatia e Castan erano giocatori di alto livello, soprattutto avevamo leader e coesione in squadra, sono contento di rivedere queste immagini".

Un giorno tornerà ad allenare la Roma?
"Io sto benissimo a Lione, spero di fare grandi cose qui. Come si dice nel calcio mai dire mai, sarebbe una bella cosa ma per il momento sto bene a Lione e voglio vincere qualcosa qua".

Qualche squadra italiana dopo la Roma l'ha cercata?
"Durante e dopo la mia permanenza alla Roma ci sono stati dei contatti ma le cose non sono andate avanti. Con il Marsiglia sono arrivato in finale di Europa League, ora sono al Lione e spero di poter giocare il ritorno contro la Juventus perché la Champions League è una cosa meravigliosa, il virus ci ha tolto il piacere di tornare in campo, speriamo di poter dare gioia alla gente".

Possibile giocare in estate?
"Penso di sì, in inverno abbiamo già uno stop programmato. A giugno e luglio non si gioca mai e sono forse i migliori momenti per giocare. Ci saranno temperature alte ma magari basta giocare la sera, anche alle 22. Se il calcio riprendesse in tutti paesi nello stesso momento sarebbe bello ma non penso sia possibile. In Germania sembrano essere avanti, ma nazioni come Italia e Francia sono state molto toccate dal virus non so se si possa riprendere quanto prima, Milano per esempio è stata veramente presa da questo problema e per me la priorità è la sanità, i giocatori sono in ansia in vista di una ripresa".

Lione-Juventus 1-0: si aspettava qualcosa in più dai bianconeri? La Juventus affrontata con la Roma era una squadra più forte?
"Era una squadra differente, ogni anno le squadre cambiano a meno che non si riesca a tenere per più di un anno la stessa squadra. La Juventus rimane una squadra fortissima, nel girone ha fatto benissimo, con noi ha perso ma aveva fatto un percorso da Juventus in Champions League. Inter e Lazio stanno facendo benissimo in campionato ma per me, se il campionato dovesse continuare, per me i campioni saranno ancora loro".

La famosa frase "Abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio" detta dopo un derby l'ha ripetuta anche in Francia?
"In Francia non c'è una città grande dove ci sono due club che giocano in Ligue 1 e nello stesso stadio. In Italia, invece, è una cosa comune, a Milano, Torino, Roma, Genova ci sono due squadre e in Francia non esiste questa cosa. Un derby in Italia è molto importante e come ho detto bisogna contestualizzare tutto, la Lazio era orgogliosa di aver vinto la Coppa Italia contro la Roma e la vittoria nel derby ha riportato la chiesa al centro del villaggio".

In futuro può tornare in Italia?
"Ho risposto prima, la cosa che mi piace sono le prove d'amore che hanno i tifosi romanisti verso di me. Non dimenticherò mai questa tifoseria perché è una delle migliori al mondo, quando canta ed esulta sui gol, non solo la Curva Sud che è il cuore dell'Olimpico ma tutta la tifoseria, auguro alla Roma un trofeo quanto prima. Difficile che possa vincere il campionato, ma magari un giorno potrà prendersi questo scudetto. Alla Roma manca un trofeo da troppo tempo, non ho rimpianti ma un trofeo sarebbe stato magico durante il mio periodo. Occhio a quello che dico però, altrimenti in Francia pensano che voglia andare via (ride, ndr). Io sto bene al Lione".

(Messaggio di Rocco Papaleo)
"Per me è un piacere mandarti questo messaggio, mi manchi molto, mi manca il tuo modo di fare, la tua energia, la tua capacità di sintesi. La tua famosa frase è un po' un'attitudine poetica che tu hai, si vedeva che avevi un grande rapporto con i calciatori, sei uno sportivo di altissimo livello e veramente sento la tua mancanza. Per me, poi, hai una bellissima faccia da cinema (ride, ndr)".

"Rocco è una persona speciale, lo adoro ed è una delle belle persone che ho incontrato a Roma. L'ho sentito un po' di tempo fa, abbiamo parlato anche poco tempo. La cosa bella di scoprire una regione, una città è di avere questi rapporti umani che per me sono la cosa più importante della vita".

Qual è il ricordo più bello lasciato a Roma?
"Sul piano calcistico direi il primo derby perché era un'emozione particolare, festeggiai sotto la Curva Sud e non era previsto, mi prese De Rossi e fu un momento forte. Sul piano personale ovviamente dico quando ho incontrato la mia compagna Francesca, Roma è la storia non è una città, quando cammino sembra che stai scoprendo la storia del mondo. Roma la conoscevo poco, ero andato una volta con i miei figli ma per tre anni me la sono goduta bene, la Roma non è solo calcio ma un modo di vivere".

Che tipo di presidente è Aulas? Se le chiede un giocatore lo prende?
"Ho sempre lavorato in modo collettivo con li club, i soldi li gestisce il padrone che è il presidente ed è sempre lui che prende le ultime decisioni, in questo caso i giocatori. Dal punto di vista sportivo, io ho avuto come direttore sportivo Walter Sabatini che lavorava con Massara che adesso è al Milan, con loro ho sempre avuto uno scambio di idee, quando volevo un giocatore chiedevo se fosse possibile e se tutti fossimo d'accordo su questo fatto".

Ai tempi della Roma che valore aggiunto era avere un rapporto più stretto con i romani?
"Questa è una cosa particolare, ho avuto la fortuna di avere giocatori del vivaio e a Roma questa è una cosa unica. Nell'ordine parliamo di Totti, poi di De Rossi, poi di Florenzi e questi giocatori sono la Roma, sentono molto le cose a tal punto che prima di un derby parlavo soprattutto con De Rossi perché non volevo facessero il derby prima di giocarlo, era quasi una questione di vita o di morte. Quando però hai la fortuna di avere questo tipo di giocatori, come Totti che è rimasto sempre alla Roma ed è una cosa che accadrà poche volte, questa cosa è unica per me. Quando penso alla Roma penso spesso alle bandiere che ora non ci sono più, Florenzi è al Valencia, Totti e De Rossi si sono ritirati ma seguo la loro vita. Secondo me, Lorenzo Pellegrini potrebbe essere un erede di queste bandiere, l'ho mandato io per la prima volta in campo con la Roma. Non dico che ci saranno altri Totti, ma almeno altri Florenzi o De Rossi".

Perché è finita con la Roma?
"Ovviamente l'addio era evitabile ma il calcio è così, non è solo la voglia dell'allenatore ma c'è anche chi paga e chi decide, chi sbaglia a volte nel prendere le decisioni. Il problema del calcio è che non c'è tempo, in poche giornate ci sono risultati meno buoni come tre pareggi di fila, a volte secondo i presidenti, i dirigenti c'è un'ansia che ti fa dimenticare tutto ciò che è stato fatto prima ma questo è il calcio. Io ho la valigia sempre pronta in casa perché il calcio è così, poi la storia ha dimostrato che cambiando spesso allenatore non è che porti sempre risultati. L'importante è guardare sé stesso nello specchio e dare il meglio ogni giorno per la squadra. Io sono appassionato di questo sport e di questo mestiere".

Chi porterebbe al Lione della Roma attuale?
"Sono contento della rosa che ho al Lione, poi ovviamente la Roma ha giocatori forti. Speravo di poter giocare contro la Roma da quando me ne sono andato ma per il momento non è accaduto, spero di incontrarla in Champions League".

Com'è gestire Balotelli che ha allenato al Marsiglia?
"L'ho sentito pochi giorni fa e posso dire che ho avuto un bel rapporto, lui è una persona particolare, da scoprire. Ha sentimenti profondi, io gli ho detto subito le cose in faccia, quello che io volevo da lui, dal punto di vista individuale è uno dei più forti che abbia mai visto, secondo me è ovvio che avrebbe potuto fare di più in carriera, delle volte ha sbagliato, forse avrebbe potuto dare di più. Con il Marsiglia è stato un uomo di qualità, non è come la gente può pensare e spero che potrà salvare il Brescia in Serie A e che possa fare ancora grandi cose in carriera".

Sta seguendo De Rossi?
"Il mio rimpianto è non essere riuscito a vedere con la maglia del Boca Juniors. Io ero triste quando ho lasciato la Roma, pensavo chiudesse la carriera con un'unica maglia e ha fatto comunque bene ad andare bene in Argentina, per finire la carriera ha scelto un bel club. Lui adesso ha le capacità per diventare un allenatore di alto livello ma è anche intelligente per capire che devi prima studiare e imparare il mestiere perché è importante impararlo e capire quali sono le cose importanti da fare quando si è allenatore. Un tecnico pensa il 100% del suo tempo alla squadra, quando si è calciatore si pensa solo a sé stesso, ma lui e il capitano pensavano a tutti. Penso possa diventare un grande allenatore".

De Rossi allenatore della Roma?
"Perché no, può diventarlo".

(Messaggio di Max Giusti)
"Ci manchi Rudi, ogni volta che torni a Roma ci fai capire che sei un romano al 100%".

"Mi mancano le nostre partite di tennis, era veramente una bella cosa scambiare con lui. Sono stupito dal talento di questo uomo, fare il suo mestiere è una cosa incredibile. I romanisti sono tanti, il bello del calcio è che ti appassioni a un club e i romanisti sono tanti".

Il gesto del violino contro la Juventus, a distanza di anni, lo rifarebbe?
"A volte si riscoprono cose che non avrei mai pensato. Non pensavo che sarei andato al Lione da ex allenatore del Marsiglia, a Marsiglia non sono contenti che sia andato al Lione e a Lione non sono contenti che sono arrivato dal Marsiglia (ride, ndr). Per il tuo club sei tutto ma non per questo non devi rispettare gli altri club. Adesso si parla molto di rispetto e io penso che stiamo perdendo il rispetto delle persone e delle cose. grazie a internet e ai social media stiamo facendo cose belle ma anche cose brutte dopo il rispetto non c'è più. Tifare la tua squadra non significa non avere rispetto per un'altra squadra e un altro allenatore, spero che queste cose un giorno cambieranno, mi auguro che due tifoserie possano arrivare allo stadio abbracciandosi, se c'è rispetto è una cosa fattibile, l'odio tra le tifoserie non lo sopporto più. Io rispetto la tifoseria della Juventus, non ho mai pianto nelle cose della mia vita e il gesto del violino per me non è stato irrispettoso".

Che effetto le fa vedere Totti e De Rossi lontano da Roma?
"Ho pianto moltissimo il giorno dell'addio di Totti. Quando ero alla Roma sognavo di essere io il suo ultimo allenatore, il modo in cui è arrivato il suo addio non mi è piaciuto per niente, quando hai una figura simile nel club le cose vanno preparate meglio. L'Olimpico era bello ma non mi è piaciuto come si è arrivati all'addio".

(Messaggio di Daniele Buzzilli)
"Ciao Rudi, ti saluto moltissimo".

"Lui è il mio dentista romano, è un uomo di grande qualità. Per me è un piacere sentirlo e vederlo".

(Messaggio di Gervinho)
"Spero che stia bene, la ringrazio per gli anni passati insieme e di quello che mi ha dato".

"Lui è come un figlio per me, è emozionante vedere come si ricorda delle cose e del rapporto che abbiamo e abbiamo avuto. Sono stato importante per la sua carriera, mi ha messo anche pressione perché mi ha detto che devo raggiungere gli obiettivi con il Lione (ride, ndr)".