.

17 giugno 2001-2011, Rosella Sensi: "Sarò sempre una tifosa"

di Emanuele Melfi
Fonte: Radio Ies - Centro Suono Sport - Sky Sport

Rosella Sensi è intervenuta ai microfoni di Te la do io Tokio su Centro Suono Sport per ricordare lo scudetto conquistato esattamente 10 anni fa.

"Oggi penso a papà più degli altri giorni. Quel giorno il presidente non stava fermo un attimo, è un giorno da ricordare per tutta la famiglia e per tutti i tifosi della Roma. Sono contenta di poter ricordare papà in un giorno così speciale. Oggi mi manca più degli altri giorni perché so quanto ci teneva a regalare ai tifosi della Roma quello scudetto. Alla fine della partita si è sentito male, la sera prima non ha dormito. Mi ricordo tutto di quel giorno. Lui era un tifoso, era uno di noi, si sentiva un grande sostenitore della Roma ed oggi è la giornata giusta per ricordare Franco Sensi. La sera del Circo Massimo era senza parole, si è emozionato davanti a tutte quelle persone. Se avessimo vinto lo scudetto due anni fa sarebbe stato comunque di Franco Sensi. Io ho continuato quello che voleva lui, ha preso la Roma in condizioni drammatiche e l'ha portata al tricolore. Il mio augurio è quello di poterlo rifesteggiare in futuro. È stata un'emozione grandissima, quello che ho visto quella sera è la parte bella del calcio. Questo è il ricordo che conserverò per sempre e me lo terrò stretto con tantissima emozione. Io come mio padre? No, non mi potete accostare a papà, lui ha creato una grande Roma portandola ad essere una grande d'Europa. Io ho fatto del mio meglio, in tanti non l'hanno capito. Faccio tanti auguri a chi mi succederà. 

Il suo 17 Giugno?

"Noi siamo una famiglia. Anche due anni fa c'era Franco Sensi. Io mi sento un ex presidente anche se formalmente sto chiudendo alcune formalità. Il mio 17 giugno è quello di 10 anni fa. Se avessimo vinto 2 anni fa sarebbe stato di Franco Sensi perché è lui che ha iniziato un qualche cosa di magico per questa società. L'ha presa in una condizione critica e l'ha fatta crescere. Io credo di aver continuato quello che voleva lui, nonostante quello che è stato detto, a volte in maniera anche impropria. Tutto è stato fatto per proseguire quello che lui voleva. Il mio 17 giugno è stato il 17 giugno del 2001. Mi auguro di poterlo rifesteggiare in qualche modo."

Le emozioni degli abbracci con i giocatori al termine della sua ultima partita da presidente?

"È stata un'emozione grande. In questo momento si parla di tante cose brutte che appartengono, e non appartengono, al calcio, anche se adesso non voglio entrare nel merito. Quello che è successo quella sera è la parte bella del calcio. Nel calcio c'è tanta professionalità ma in quello spicchio di tempo si è vista la parte dei rapporti umani. Non c'erano i giocatori da una parte ed il presidente Rosella Sensi dall'altra, c'erano i rapporti umani costruiti nel tempo. È un ricordo che conserverò nel tempo come tanti altri momenti che non si sono visti pubblicamente...Per chiudere, non mi posso accostare a quello che ha fatto mio padre anche se l'ho fatto con un'intensità enorme, anche se non è stata capita...ma non mi interessa perché l'ho fatto con quello che sentivo, facendo anche degli errori ma, chi non fa non sbaglia. Ho fatto tutto con grande amore ma, non accostatemi a papà che ha fatto una nuova Roma, una grande Roma, all'altezza delle grandi d'Europa...e quello che ha fatto Franco Sensi rimarrà nella storia della Roma. Poi lasciamo il futuro parlare per chi la renderà altrettanto grande, perché bisogna permettere agli altri di lavorare, la storia si fa con i fatti e lo faranno gli altri e glielo auguro con tutto il cuore."

Rosella Sensi a Sky Sport:

"La sera prima ci fu un'emozione unica, mio padre camminava preoccupato per tutta casa. Dopo la partita festeggiò tantissimo, ma alla fine stette male e non abbiamo potuto festeggiare come avremmo voluto. Poi però recuperò perché a Roma si festeggia tantissimo. Oggi è una bellissima giornata di ricordi, mio padre andò in tutti i quartieri a festeggiare con i tifosi. La partita di Torino fu importantissima per come rimontammo. Il pareggio di Napoli ci bloccò e ci butto un po' giù. A me piace ricordare Francesco Totti, è rimasto sempre quando si vinceva o no. Mio padre prese la Roma in un momento critico e la rivalutò. Ricordo Batistuta, Montella, ma anche Di Francesco, Mangone, tutti i giocatori citati meno ma che hanno tenuto unito il gruppo. La pacatezza di Tommasi? Ci ha dato tanti sorrisi, è un professionista e tiene i nervi saldi, ma al momento di gioire lo ha fatto come tutti noi. Mio padre disse: "Ce l'ho fatta a dare una gioia ai tifosi". Lui voleva dare tante gioie ai tifosi. Il sostegno dei tifosi è enorme, a roma si vince sempre di più. Prima del '93 ho vissuto da tifosa e continuerò a farlo. Mio nonno la fondò, mio padre diceva sempre che noi mangiamo a pane e Roma"

Maria Sensi è intervenuta ai microfoni di Radio IES per ricordare, a 10 anni di distanza, il terzo scudetto della As Roma. Queste le sue parole:

"Del 17 giugno 2001 ho ricordi meravigliosi ma anche tanta ansia. Franco era emozionatissimo, il mister voleva festeggiare la sera stessa ma lui era sfinito, tornò a casa in un bagno di sudore. Era felicissimo. Franco aveva in cantiere lo scudetto da diversi anni, quel 17 giugno fu il coronamento di un sogno e di un lungo e duro lavoro. Ricordo la preoccupazione di Franco, era terrorizzato dal fatto che potessero dare la sconfitta a tavolino alla Roma in seguito all'invasione di campo da parte dei tifosi. Penso che la passeggiata al Circo Massimo sia stata l'esperienza più bella di Franco nel corso della sua presidenza, viveva una felicità indescrivibile. La mia grande gioia sarà sempre quella di vedere la Roma vincere, anche se siamo usciti di scena resteremo sempre tra i primi tifosi della squadra, io come tutta la mia famiglia. Nel salutarvi voglio fare gli auguri a tutti i tifosi romanisti, perché oggi è la loro, la nostra, festa!"


Altre notizie
PUBBLICITÀ