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Andy Selva: "Uno come Dzeko dovrebbe sempre ambire a vincere la classifica dei marcatori"

di Giovanni Parisi

Andy Selva, ex giocatore della Spal e della nazionale di San Marino, ma romano di nascita, ha rilasciato un'intervista al Match Program della Roma. Ecco le sue parole:

Il 1976 è l’anno di tanti fuoriclasse degli Anni 90 e 2000. Totti, Ronaldo, Seedorf, Van Nistelrooy, Nesta. Non le fa piacere condividere l’annata con questa gente?
"Senza dubbio, ma il mio riferimento era puramente egoistico... All’età di 16/17 anni sfiorai il tesseramento con la Roma, la mia squadra del cuore. Tuttora lo è. Bruno Conti mi seguiva, mi apprezzava, ma alla fine non poté ingaggiarmi per un fatto anagrafico. Per un anno solo".

La spieghi meglio.
"Se fossi nato nel 1977 sarei rientrato nella categoria giovanile, essendo nel 1976 sarebbero stati costretti a farmi il contratto da professionista e a quel punto fecero altre scelte. Un vero peccato, per me fu una brutta botta da assorbire. Feci pure dei provini con la Lazio e la Lodigiani, ma la Roma resta il mio più grande dispiacere. Pazienza, in ogni caso ritengo di aver fatto una carriera importante, in un altro modo".

Tanto che poi l’anno dopo andò alla Spal.
"Mi volle a tutti i costi il direttore Roberto Ranzani. Ferrara è una piazza prestigiosa, calda, dove si può fare calcio, però all’epoca trovai problemi societari, con stipendi non corrisposti. In ogni caso mi trovai bene e la stagione successiva ebbi anche la fortuna di essere allenato da Max Allegri, che era a inizio carriera".

Ha visto la partita della Roma contro il Wolfsberger?
"L’ho vista, certo. La Roma è stata un po’ distratta, come riconosciuto dallo stesso allenatore a fine partita, ma ha raggiunto la qualificazione. Contava quello".

Dzeko domenica con la Spal raggiungerà 200 presenze complessive con la Roma, con all’attivo 96 gol. Quasi un gol ogni due partite. Da attaccante, per lei che giocatore è?
"Io stravedo per Edin. È difficile trovare un calciatore di quella stazza, con quella classe. È fortissimo. A volte, conoscendo il mestiere dell’attaccante, mi piacerebbe vederlo più determinato sotto porta, tipo con la cattiveria di Lautaro Martinez. Uno come Dzeko dovrebbe sempre ambire a vincere la classifica dei marcatori. Però resta un grande bomber. Il bomber della mia Roma".


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