.

Antonelli: "Paratici serio candidato per il ruolo di DS della Roma". AUDIO!

di Marco Rossi Mercanti

L'operatore di mercato e dirigente sportivo Stefano Antonelli si è collegato in diretta ai microfoni di TMW Radio, intervenendo nel corso della trasmissione Stadio Aperto:

Il campionato e il COVID-19?
"Spero soltanto che questo discorso delle positività venga sostenuto e gestito come stiamo facendo ora, al di là di Juventus-Napoli: senza la possibilità che ci siano delle decisioni più drastiche. Mi auguro non ci sia l'estrema urgenza di dover prendere provvedimenti seri: il calcio non deve fermarsi e spero che non lo faccia. Il protocollo nasce nel momento in cui si è ricominciato a giocare e non c'erano così tante positività: oggi Lega, Governo e federazioni varie si stanno accorgendo che alcuni punti sono incongruenti o comunque interpretabili, e questo non va bene. Se si ferma il calcio, al di là di noi addetti ai lavori, significherebbe che il paese si è fermato. Ci devono garantire che questi contagi di ora, con quasi tutti asintomatici, siano perché il virus è modificato, meno nocivo e non così pericoloso per la salute. Se ci richiudiamo dentro casa, moriremo comunque: o di COVID-19 o di altro, non possiamo più dare chance alla pandemia, sta andando in default un paese, com'è avvenuto anche altrove. L'italiano deve essere assolutamente cosciente e coerente delle proprie azioni, e cerchiamo di sensibilizzare questo processo informativo di regole ferree, ma non fermiamo il paese. In Francia, con 10.000 contagi al giorno, cercano di continuare la vita di tutti i giorni ma vedo che già cominciano ad avere restrizioni importanti. Il calcio si sta attrezzando con tamponi continuativi, quarantene e bolle: è che il contagio è diventato molto più semplice, a tutte le età. Con 125mila tamponi è normale che l'incidenza sia superiore: li stiamo andando a trovare i positivi, mentre prima erano i malati che andavano all'ospedale. Il calcio non ha fatto polemiche sui protocolli, ma su Juventus-Napoli, diciamolo. Ibrahimovic per esempio, ha preso il COVID-19 ma il Milan è andato avanti e stop. Solo in Juventus-Napoli c'è stata questa polemica...".

Chiesa era da tempo promesso sposo della Juventus...
"L'unico dubbio poteva essere che la Juventus avesse fatto un passo indietro nel momento decisivo: solo loro potevano far saltare tutto. Io ho letto tanto, e anche un giornalista nazionale che ha scritto che è giusto che i tifosi si accaniscano contro chi ha lasciato la Fiorentina, ma questo è un giocatore che tra un anno andava a scadenza e non voleva rinnovare. Un buonissimo giocatore, ma lo stiamo aspettando al salto da top player ancora. Ad un anno dalla scadenza ha portato 60 milioni nelle casse della Fiorentina, e al di là della passione mi pare un'operazione geniale da tutti i punti di vista. Poi mi metto nei panni del tifoso e capisco la rabbia, ma da addetto ai lavori evidenzio che la società ha portato a casa un'entrata di rilievo".

Nella Fiorentina manca un vero progetto tecnico?
"Da fuori dico che Commisso è arrivato lo scorso anno e a oggi credo abbia capito che qualche spesa l'avrebbe potuta evitare. Senza fare nomi e cognomi, ma l'anno scorso ha speso, e ha speso tanto, al di là dell'acquisizione del club. Quest'anno è sembrato un mercato atto a recuperare quel gap in un periodo così particolare, per tantissime altre realtà. Persino la Juventus ha fatto operazioni non da lei: il mercato ti ha costretto a stare molto attento. Si dice che non hanno una punta, ma di attaccanti ce ne sono ben cinque, contando anche Callejon e Ribery. Se non esce Cutrone o Vlahovic, come fai a fare un ulteriore investimento nel reparto che ha già quello spessore? Hanno probabilmente pensato a rimettere il bilancio in serenità e a passare la stagione con un organico più che soddisfacente. Così credo abbia ragionato la Fiorentina. Lo Scudetto non devono vincerlo, possono comunque puntare a fare meglio possibile. Ci sono forze importanti in questo campionato, la Fiorentina può solo provare ad arrivare più in alto che può, anche provando magari a giocarsi una piazza Europa League".

De Paul può rimanere ancora a Udine?
"Ci lavoro da 21 anni con continuità e conosco la famiglia Pozzo: è una società venditrice, da sempre. Se avessero avuto l'offerta giusta l'avrebbero venduto, perché sanno quando finiscono i cicli, sanno che il ciclo De Paul è al termine. Non è però arrivata l'offerta... La doppia proprietà (contando il Watford, ndr) ti fa pensare ad un parco giocatori unico, e talvolta è stata una debolezza, ma in questo caso gli ha dato Pereyra e Deulofeu. Attraverso una negatività, il Watford che retrocede in Championship, ha permesso all'Udinese di rinforzarsi".

Paratici andrà davvero alla Roma?
"Il mio pensiero è sì. Non conosco i fatti nel dettaglio, ma secondo me è un serissimo candidato. Dipenderà da altre situazioni ma soprattutto dalla nuova proprietà: fino a un certo punto era quasi il candidato unico, oggi invece ci sta che Friedkin si sia guardata intorno. Berta, Rangnick... Ci sono nuove possibilità, ma Paratici rimane un illustre profilo".


Stefano Antonelli ai microfoni di Francesco Bemvenuti e Niccolò Ceccarini
Altre notizie
PUBBLICITÀ