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Beretta: "Stadi? L'Italia deve svegliarsi"

di Emanuele Melfi

«Invidia è una parola che non mi piace. Ma abbiamo molta strada da fare». Maurizio Beretta, presidente della Lega Calcio, è in Sudafrica e nel paese che ospita i Mondiali può guardare da vicino una nuova generazione di stadi. In Italia, invece, gli impianti sono vecchi e obsoleti. La svolta potrebbe arrivare con il disegno di legge che deve completare il suo iter in Parlamento. «C'è necessità di fare bene e di fare in fretta: tale necessità è condivisa ed è sotto gli occhi di tutti -dice Beretta intervenendo a 'La politica nel pallone' su Gr Parlamento-. Si sta facendo strada la convinzione che il problema vada risolto. Si sta capendo che uno stadio di proprietà è un punto di forza per le società e per il sistema paese. Questa consapevolezza si sta facendo strada ed è chiaro a tutti che questa legge non ha controindicazioni: non costa un euro alla finanza pubblica e al contribuente». La scorsa settimana, i vertici del calcio e dello sport tricolore hanno preso la parola davanti alla Commissione Cultura della Camera. «Il risultato è ad un passo, si può imboccare l'ultimo bivio. Ci vuole ancora un piccolo sforzo, con la consapevolezza di dare vita ad uno strumento importante per il calcio italiano. Il calcio italiano ha perso competitività rispetto a paesi come Germania e Inghilterra: lì i club sono stati rafforzati dagli stadi di proprietà e questa crescita ha avuto riflessi anche sulle selezioni nazionali», dice Beretta.


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