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Bernardi: "Lo scudetto 2006 va tolto all'Inter"

di Enzo Fragapane
Fonte: tuttomercatoweb.com

Tuttomercatoweb ha intervistato in esclusiva Bruno Bernardi, storico inviato del quotidiano La Stampa e profondo conoscitore della Juventus. Con lui abbiamo parlato dello scudetto 2006. Per capire meglio come potrà andare a finire la possibile revoca di quello scudetto all'Inter abbiamo rivolto le stesse domande sia a Bernardi sia a Saruggia (l'intervista a Saruggia è pubblicata su TMW di oggi alle ore 10:01:32), giornalista e opinionista della trasmissione Diretta Stadio in onda sull'emittente 7 Gold nonché memoria storica dell'Inter, negli anni ottanta è stato capo dell'ufficio stampa della società nerazzurra. L'Inter dalla relazione di Palazzi è stata duramente censurata. I nerazzurri non hanno nemici particolari, ma quelli che hanno tutte le squadre vincenti e sulla scena ai massimi livelli da lungo tempo. La Juventus da calciopoli ha subito danni enormi, ma difficili da quantificare e non si può tornare indietro. La credibilità del calcio ha subito duri colpi con scommessopoli, non è un problema di credibilità attorno a Juventus e Inter.

La vicenda dello scudetto 2006 come andrà a finire?
"Come andrà a finire onestamente non lo so. Quello che penso io è che questo scudetto non deve rimanere nella bacheca dei trofei interisti, ma deve essere revocato assolutamente. L'Inter non è stata limpidissima nei suoi comportamenti, indipendentemente da nomi e cognomi, è stata nella relazione di Palazzi duramente censurata. Dobbiamo prenderne atto, come prendemmo atto della vicenda Juventus nel momento in cui calciopoli la travolse. Non sono nei pensieri di chi dovrà decidere, ma se questo scudetto non verrà revocato sarebbe una sconfitta dello sport, del calcio e non solo".

Moratti ha dichiarato: "Non pensavo d'avere così tanti nemici". Ma l'Inter è così poco amata?
"L'Inter è una squadra che vincendo molto ha i suoi nemici, come li ha avuti la Juventus, quando vinceva molto, come li hanno quelle squadre che tengono troppo la scena. Questo lamento interista mi sembra eccessivo. Gli ultimi anni dimostrano quanto accompagnamento ci sia stato nei Tituli, per dirla alla Mourinho anche se non sono tutti suoi. Non vedo nemici particolari, siamo nella norma, lo sa bene la Juventus".

Agnelli ha detto: "La Juve merita rispetto e pari trattamento. Temo che decidano di non decidere". E si è lamentato anche per i danni patrimoniali che la società avrebbe subito dalla revoca, ammontanti a 300 milioni di euro. Se lo scudetto fosse tolto all'Inter la Juve potrebbe chiedere i danni e se sì a chi?
"Diventa difficile quantificare i danni, perché come si fa a tornare indietro? L'unica cosa che ritengo tangibile è scucire lo scudetto dai drappi dell'Inter. Tornare indietro comporterebbe conseguenze a catena immense e per ciò l'unica cosa da farsi è non assegnare quello scudetto. Riassegnarlo alla Juventus comporterebbe problemi di altra natura, che io non sono in grado di valutare e giudicare. Certamente quello che ha subito la Juventus è un danno enorme e chi è rimasto fuori dallo tsunami ha avuto solo dei vantaggi".

Due fra le più importanti squadre italiane e internazionali litigano senza esclusioni di colpi. Il calcio italiano è sempre meno credibile?
"Lo hanno definito il derby d'Italia, qualcuno non io, che volentieri l'ho usato diverse volte, quello fra Inter e Juventus è un derby evidentemente fra squadre che hanno riempito il calcio italiano e che ne hanno fatto la storia, scudetto più scudetto meno questo non sposta l'aspetto delle due attrici o delle due grandi "damazze" come le chiamava Gianni Brera, tra l'altro credo che sia stato lui a coniare la definizione di derby d'Italia. Come dicevo prima è normalità avere dei nemici quando si è molto forti e molto presenti negli scenari più importanti e soprattutto essere vincenti, non è questo il problema della credibilità attorno alla Juventus e all'Inter. La credibilità del calcio, tra scommettopoli prima quella degli anni ottanta e poi quella di oggi, ha altri aspetti e bisogna che il calcio ritrovi la propria credibilità, perché la gente è innamorata di questo gioco e quando si è innamorati si è disposti a perdonare".


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