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Borghi: "Il colpo Mourinho è stato fatto per ribaltare gli umori della piazza". AUDIO!

di Marco Rossi Mercanti

Il giornalista Stefano Borghi, voce di riferimento per DAZN, ha così parlato a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio:

Le difficoltà di Allegri e Mourinho?
“Non so se i loro binari siano paralleli, vedo punti di contatto e tante differenze. Allegri tornava alla Juventus e fin qui la prima parte è complessivamente deludente: vero la Champions League passata da primi, ma con una scoppola a Stamford Bridge. La Juventus è distante da quella protagonista degli scorsi anni, ha problemi acclarati come la concretizzazione e il gioco su ritmi alti, oltre alla mancanza di trascinatori escluso Chiesa, che mi sembra abbia dato segnali chiari sull’essere l’individualità più decisiva nella Juventus. Ho l’impressione che non vedremo una Juventus diversa nella seconda parte della stagione, non c’è quasi mai il predominio della partita. La Roma invece è una storia diversa, il colpo Mourinho è stato fatto per ribaltare lo stato emotivo della piazza e riaccendere l’entusiasmo. A lui però è stata data una squadra da riformare, senza un mercato così sostanzioso. Gli 8 punti in meno dello scorso campionato sono un dato di fatto, ma una grande partita l’hanno vinta fin qui, quella di Bergamo. Molto mourinhiana, difesa e contropiede. Credo che la classifica sia sincera, la Roma ha una qualità da quinto-sesto posto”.

Di Morata che opinione ha?
“Sono con Allegri, in questa fase di mercato è difficile mettere le mani su un numero nove oggettivamente migliore di lui. Devi andare su un top, e questi a gennaio non si muovono. Icardi, oggi, non è poi per forza un’opzione migliore di Morata. Si è semmai sottovalutato l’impatto dell’addio di Cristiano Ronaldo, un po’ come successo anche a Madrid. Il problema realizzativo è legato anche al modo in cui gioca la Juventus, lui lavora di generosità ma così perde nella lucidità e per questo basta vedere le statistiche. Ha una tendenza a rimanere molto bassa, la Juve, questa cosa si vede. Non avrà un gran temperamento ma la sua carriera si è sviluppata solo nei top club, penso gli vengano rivolte critiche eccessive. Venti metri più avanti farebbe anche qualche gol in più”.

Quanto è cresciuto Tonali?
“Un’accelerazione impressionante, Pioli ha grandi meriti perché non l’ha mollato e l’ha rilanciato in pieno. Adesso Tonali è un centrocampista di alto valore, non legato ad una sola interpretazione tattica. Questo messaggio ci dice come nel calcio, specie quello di oggi che frulla con poca razionalità, servono i giusti tempi. In Serie B ha fatto molto bene, pur soffrendo di sovraesposizione mediatica: non è affatto simile a Pirlo, per esempio. Ha continuato a crescere, è il giocatore maggiormente migliorato”.

Perché Piatek ha fallito tra Milan ed Hertha?
“Ci sono un po’ di motivazioni. Piatek è un giocatore che ha vissuto un’esplosione insperata al Genoa, poi è stato un po’ schiacciato. Piatek è un centravanti vecchio stampo e ho sempre pensato che la sua miglior qualità fosse la balistica mentre il punto più critico il livello tecnico generale. Il calcio internazionale oggi cerca più un nove sì vero ma partecipativo, i realizzatori come Piatek, o Icardi, fanno più fatica ad essere inseriti. L’ho visto carico e i panni di vice-Vlahovic, senza troppe pressioni, potrebbero permettergli di riciclarsi bene. Arrivando a calciare, può trovare gol che sono stati un po’ dimenticati. Parlando di Fiorentina, il potenziale super-colpo però è Ikoné”.

Oggi gli attaccanti veloci come lui sono più difficili da fronteggiare?
“Vero, chi parte forte da lontano in questa fase del calcio italiano fa la differenza. Ora poi la Fiorentina ha un ventaglio di possibilità davvero completo nel suo tridente. Sono stato conquistato dalla Fiorentina di Italiano, già dalla sconfitta per 3-1 a Roma. Mi ha sorpreso la velocità con cui l’allenatore ha portato il suo calcio. La Fiorentina, oltre a far risultati, è sempre bella da vedere”.

Cosa potrà fare Coutinho all’Aston Villa?
“Lui e Dembele sono costati più di quanto il Barcellona abbia incassato da Neymar. Se il secondo qualcosina ha fatto, Coutinho assolutamente nulla. Non so cosa potrà dare ora con Gerrard, l’Aston Villa ha potenzialità offensive interessanti e un calcio sbarazzino davanti”.

Un nome dal Sudamerica pronto all’uso.
“Quello scontato che faccio è Julian Alvarez. Ragazzo giovane ma che ha avuto un processo di maturazione molto efficace col miglior allenatore del Sudamerica e ora è il momento giusto per prenderlo”.

Dove possono arrivare Leao e il Milan?
“Sono contento che Leao abbia realizzato il suo talento nel calcio italiano. Talento enorme ma acerbo e distratto, anche se adesso comincia a prendere coscienza e, quando parte, non lo prendi più. Il Milan ha fatto una risalita straordinaria e il percorso Champions, pur finito male, è stato l’ultimo step di apprendistato. L’Inter è la favorita ma il Milan lotta per vincere”.


Stefano Borghi ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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