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Cambiasso: "Cosa ci siamo detti dopo Inter-Roma? Molti sono in Nazionale"

di Gabriele Giacchi
Fonte: Sky Sport

Esteban Cambiasso parla ai microfoni di Sky Sport, ritornardo all'ultima partita affrontata contro la Roma e alla questione della discriminazione territoriale che tiene banco in queste settimane. 

INTER-ROMA - "Cosa ci siamo detti dopo Inter-Roma? Molti sono in Nazionale. Stiamo cercando la condizione migliore. Quando arriveranno tutti ne parleremo. Noi non siamo qui per giudicare le critiche che ci vengono rivolte. Guardiamo solo a noi stessi. Non siamo noi a pronunciarci in modi estremi, né quando vinciamo, né quando abbiamo perso un'unica partita. Se lotteremo per i primi tre posti? Noi faremo del nostro meglio e lotteremo per arrivare più in alto possibile. Per il progetto. Non credo al sulla carta. Io credo solo al campo".

DISCRIMINAZIONI - "Stadi chiusi per cori offensivi? I cori ci sono da quando c'è il calcio. Ci sarebbe un discorso molto più lungo da fare che non uno stadio chiuso. Mi ricordo che quando ero bambino, se a scuola uno si metteva a urlare o saliva in piedi su una sedia o su un banco, la prima cosa che il maestro gli faceva notare era che non si trovava allo stadio... Già a quell'età la sensazione era che allo stadio tutto fosse permesso: i cori offensivi dalle tribune verso i giocatori ci sono stati e penso che ci saranno sempre. Ognuno cerca di far male al giocatore offendendolo con l'intento di farlo rendere di meno". 


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