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Camolese: "Belotti è il giocatore-simbolo del Torino, difficile da sostituire". AUDIO!

di Marco Rossi Mercanti

L'allenatore Giancarlo Camolese è intervenuto in diretta ai microfoni di TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto:

Cosa pensa dell'acquisto di Tonali da parte del Milan?
"Credo che abbiano fatto le loro valutazioni. Prima di spendere 38 milioni o giù di lì, le società sentono un'infinità di pareri: se sono arrivati a prenderlo, a parte la concorrenza di altre, è perché credono sia adatto per l'assetto di gioco. Speriamo che questo acquisto significhi che ci sono persone che hanno nuovamente voglia di investire: negli ultimi anni non sempre abbiamo avuto le individualità migliori, anzi... La tendenza potrebbe invertirsi con i giovani, anche se pensiamo che lo scorso anno hanno risolto molte cose prendendo un over-35 come Ibrahimovic".

Il futuro del Torino passa dal rinnovo con Belotti?
"Sarebbe molto difficile da sostituire, è l'attaccante-simbolo della squadra. Se fosse entrato nell'ordine di idee di andarsene o il Toro di cederlo, allora non sarebbe stato facile. Ora è il momento di costruire un nuovo progetto, con Giampaolo: la sua conferma con un nuovo contratto sarebbe un gran segnale".

Che ne pensa di Giampaolo?
"Anche di Longo ho sempre parlato bene, aveva una situazione non facile tra le mani... Queste sono scelte delle società, ed hanno voluto cambiare. Giampaolo dovrebbe portare il 4-3-1-2 col rombo...".

...valorizzando Verdi?
"Stimo Giampaolo, e quando do giudizi sul Torino lo faccio da tifoso. Spero solo che non perda troppo tempo nel farlo giocare dietro alle punte: lui, come Suso o Iago Falque, è uno di quelli che partono dall'esterno per accentrarsi. Poi magari mi smentirà, ma per me deve giocare largo, e spero che insista per farsi comprare un trequartista che abbia le caratteristiche giuste".

Si fa troppo pesante il gap tra Serie A e B?
"Storicamente in Serie B servono caratteristiche diverse dalla A, più vicine ad una Lega Pro. Ecco perché capita spesso che una squadra che sale dalla C faccia bene. Invece, dalla B alla A, per essere sicuro di salvarti, devi investire almeno 50 milioni. Altrimenti tocca sperare sull'esplosione dei giovani, o su profili che hanno bisogno di rilanciarsi".

Vicenza e Reggina hanno certe ambizioni?
"La Serie B del prossimo anno sarà molto interessante, c'è il Monza che sta facendo uno squadrone: Augusto è un colpo da Serie A. Poi la Reggina, la Reggiana, il Vicenza, ma anche quelli che sono retrocessi dalla Serie A...".

Alla Lazio avrebbe fatto comodo uno come David Silva?
"In un 3-5-2 avrebbe potuto girare attorno a Immobile, un po' come ha fatto Correa in altre situazioni. Un'altra possibilità sarebbe stato un 3-4-3, non sarebbe stato male un tridente con Immobile e Correa-Silva ai suoi lati".

Quanti margini possono avere i biancocelesti nella prossima stagione?
"Abbiamo vissuto tutti un calcio diverso alla ripresa, situazioni che nessun allenatore o società aveva mai dovuto gestire: c'è chi andato meglio e chi peggio, ma dal punto di vista della preparazione avevano fatto tutti le stesse cose. Ora si riparte con delle differenze, e dopo una sosta breve. Ci saranno squadre che da subito saranno più in condizione, e il rendimento sarà influenzato pure dall'assenza di gente sugli spalti: ci sono quei calciatori che si esaltano, o quelli che magari fanno meglio in certe condizioni".

Che ne pensa dello sfogo di Conte?
"Qualche volta alzare la voce serve... Forse avrei dovuto farlo anche io!".

Com'è stato allenare due come Pinga e Nakamura?
"Non è stato facile farsi capire, ma nell'annata con la Primavera ho visto fare cose a Pinga che non faceva nessun altro... Avrebbe potuto fare di più, non l'ha aiutato un carattere schivo. Nakamura invece alla Reggina non lo facevo giocare, e mi chiamavano i vostri colleghi giapponesi dicendomi che erano tutti arrabbiati con me. Lui era il simbolo del Giappone, e se non giocava faceva sempre notizia: era molto tecnico, c'era una certa difficoltà anche nel comunicare, ma ho comunque un bel ricordo di entrambi".


Giancarlo Camolese intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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