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Crotone, Ursino: "Frattesi mi sembrava da Nazionale quando l'ho visto alla Roma". AUDIO!

di Marco Rossi Mercanti

Giuseppe Ursino, DS del Crotone, è stato intervistato in diretta durante Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio:

L'eliminazione dell'Italia?
"Una cosa brutta, in Italia c'è uno dei campionati più belli del mondo e non doveva succedere. Quando però manchi la qualificazione sbagliando due rigori, è anche il destino che ti porta a non andare ai Mondiali. L'altra sera invece è stata persa una partita per un solo tiro in porta, è capitato anche a me quest'anno. In effetti ci sono troppi stranieri nei settori giovanili, attaccanti non ce ne sono più. La situazione è delicata e bisogna cambiare radicalmente. Se Mancini sarà confermato, come credo, sarò contento".

Voi come lavorate sul reclutamento dei ragazzi?
"Principalmente cerchiamo giocatori della Calabria, abbiamo osservatori, organizziamo stage. Altrimenti andiamo nelle regioni limitrofe, qualcuno anche all'estero. Per come la vedo io ci sono campionati i cui settori giovanili sono interessanti e più abbordabile, come Portogallo, Belgio o Svezia. Una volta i croati, oggi costano molto: servono osservatori bravi e allenatori preparati, la cosa molto difficile per i settori giovanili".

Che ne pensa delle parole di Nicolato?
"Sono d'accordissimo. La Serie C sta facendo uscire giocatori interessanti: si pensa che si rischia a portarli in Serie A, ma non è così. Quando uno è bravo, è bravo: devi riuscire a individuare quelli che lo sono davvero. Quindi Nicolato mi trova d'accordo, anche perché in A ormai non giocano più giovani italiani...".

Si pensa anche che, puntando troppo sui giovani, si manchino gli obiettivi.
"Da quando faccio il direttore dico che se uno è bravo, giovane o vecchio, deve giocare. In una squadra serve certamente un mix, ma oggi il tema principale è che ci siano italiani. E poi trovare la forza di metterli in campo. Penso a Scamacca, che prima di scendere in campo in Serie A ha dovuto fare i salti mortali, così come Frattesi. Quando l'ho visto a Roma mi sembrava da Nazionale, invece ha dovuto giocare in B per qualche anno. Adesso Mourinho sta mettendo dentro i giovani che ha perché sono bravi".

Incidono anche i giudizi dei media?
"Molto, a seconda del carattere dei giocatori. Posso parlare di Mulattieri: ha avuto problemi di infortuni ma è uno che in Serie A ci arriva subito. Il tipico attaccante moderno, è stato sfortunato nei momenti cruciali. Il punto è metterli e farli giocare, senza toglierli dopo una-due partite fatte meno bene".

Come vi spiegate le difficoltà di questa stagione?
"Quando retrocedi dalla Serie A alla B l'ambiente è più distaccato, manca un po' di entusiasmo. E poi la pandemia, visto che il pubblico è il nostro dodicesimo uomo. Dopo tante partite giocate bene senza far risultato, la squadra è andata in depressione: a gennaio abbiamo dovuto cambiare molti giocatori, ora invece esprimiamo un buonissimo calcio. Speriamo di fare un'altra impresa".

Il Milan vi ha contattati per Messias?
"Ancora non c'è niente, il Milan non si è fatto vivo ma c'è tempo".

Come giudica il suo impatto?
"Positivo, ma può fare molto di più con un allenatore come Pioli. Al Milan può starci tranquillamente, è un giocatore e professionista ottimo: vediamo cosa succederà, ma lo meriterebbe. E gli auguro di vincere lo scudetto, farebbe una cosa che nel calcio non è riuscita a nessuno".

Cos'è successo a Simy, invece?
"Lui deve trovare allenatori che fanno giocare le squadre in un determinato modo, a Crotone ha avuto al fortuna di trovarne che andavano specialmente sugli esterni. A Salerno nelle difficoltà veniva tolto subito, ma lui ha bisogno di fiducia: all'inizio ne ebbe anche con noi, ma giocava quasi sempre. Quando prendo un giocatore è perché serve per caratteristiche, alla Salernitana non è successo".

Una fiche su una sicura promossa dalla B?
"Monza. Hanno la squadra più forte e un allenatore che sa vincere i campionati. Per il resto sarà battaglia, mi piacciono però anche Cremonese e Lecce".

Un'eventuale retrocessione minerebbe qualsiasi certezza?
"Siamo una società modello, senza una lira di debiti e con pagamenti puntualissimi: quando viene la COVISOC, guarda il bilancio e se ne va. Conoscendo il grandissimo presidente Vrenna non si scoraggerebbe, ma sarebbe comunque una grossa perdita per una città che vive di calcio".


Giuseppe Ursino ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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