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Cufré: "De Rossi era un leader in campo, lo sarà anche in panchina. Mi sento ancora romanista, spero di tornare un giorno"

di Alessandro Pau

Leandro Cufrè, ex giallorosso, ora allenatore dell’Atlas, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni a Teleradiostereo:

Maradona in Messico cosa ha rappresentato?
"Diego ha fatto un grande lavoro al Sinaloa, un club che stava andando in C per portarlo fino alla finalissima per salire in Serie A. Ha trovato una grande motivazione, è stata una bella esperienza la sua".

Il giocatore più forte che hai affrontato?
"Probabilmente Figo, un giocatore incredibile. Lui e Camoranesi sono stati gli esterni più difficili da marcare".

Che allenatore è diventato Leandro Cufrè? Qual è l’allenatore che ha ti insegnato di più?
"Mi sembro di essere un tecnico umano, cerco di essere vicini ai giocatori, provo ad avere una relazione coi miei ragazzi. Non bisogna essere amici dei giocatori, ma l’allenatore deve preoccuparsi di quello che combina la propria squadra anche fuori dal campo. Io ho avuto grandi tecnici, Pekerman, Capello, gente da cui bisogna solo imparare. Mi sono piaciuti molto Prandelli, Spalletti, ho avuto Bielsa: ho imparato tantissimo da tutti quelli che mi hanno diretto".

Daniele De Rossi: come te lo immagini in panchina?
"Lui era un leader in campo, ma anche fuori. Lui farà benissimo, ma deve studiare, deve prepararsi bene, perchè non è semplice fare l’allenatore, è un’altra cosa rispetto a fare il giocatore".

Ti chiamasse De Rossi a fare il secondo alla Roma: verresti?
"Di corsa!".

Fonseca sta cercando di portare la mentalità vincente: credi che la Roma stia costruendo le basi per tornare ad alzare il trofeo in poco tempo?
"Lo spero, lo spero tanto. Fonseca mi piace molto, sta facendo un lavoro fantastico, è un allenatore che rischia, ma che sa mettere in campo la propria squadra. La Roma è una formazione riconoscibile, Paulo mi sembra anche una persona molto empatica con i suoi ragazzi e coi tifosi".

Cosa ti saltò in mente nel derby delle 11 vittorie?
"Le corna? (ride, ndr). Ho sbagliato, ma lì è uscito il tifoso della Roma che è in me. Era una partita che sentivo molto, non è stato un gesto bellissimo, ma sono contento che i tifosi giallorossi lo ricordino con goliardia".

Rammaricato di aver lasciato la Roma mentre stava per imporsi in Italia?
"Sì, tantissimo. Ho sbagliato ad andar via, è stato un grande errore, perchè mi sento ancora romanista e spero di tornare un giorno. Amo la Roma e i romanisti!".


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