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D'Agostino: "A Firenze Roma spietata"

di Claudio Lollobrigida
Fonte: AS Roma Match Program

AS Roma Match Program ha intervistato Gaetano D'Agostino, ex di Roma e Udinese oggi alla Lupa Roma: "Volevo tornare a Roma, in quella che è diventata la mia città. Avevo altre possibilità, ma non ho avuto alcun dubbio, anche per godermi un po’ di più mia moglie e i miei bambini”.

Come si trova alla Lupa Roma?
“Bene. Stiamo vivendo un momento un po’ duro, ma ci suono buoni margini di miglioramento. La squadra è cambiata per 8/11, stiamo lavorando bene e i risultati arriveranno. Io ho sposato il progetto del presidente Cerrai e riusciremo a convincere anche i nostri tifosi”.

L’infrasettimanale prevede di fronte Roma e Udinese, due squadre che conosce bene.
“Sì, infatti, sono doppio ex. L’Udinese di oggi non ha più nulla a che vedere con quella in cui ho giocato io, sono cambiati tutti tranne di Natale e Domizzi… ci sono tanti giovani. Sono una squadra bene organizzata che sa che la salvezza non passa certo per Roma”.

E Colantuono?
“Il mister è un marpione, un esperto che sa ben gestire le situazioni”.

La Roma?
“Speriamo che la Roma faccia la partita. L’Udinese aspetterà nella speranza di poter ripartire in contropiede. Ci mancava solo essere spietati… e contro la Fiorentina lo siamo stati”.

Parla come un tifoso.
“Si capisce che sono romanista?”.

Eccome… E cosa si aspetta da questa gara un romanista?
“Un grande gara. Torno volentieri a parlare della gara al Franchi perché la Roma mi ha colpito positivamente. Le mancava essere concreta e spietata. Abbiamo difeso in undici e attaccato in undici. Abbiamo dato un segnale importante a tutte le squadre del campionato, la Roma darà da filo da torcere a tutti”.

Si gioca ogni tre giorni, tutti impegni altro livello,  come vanno affrontate tante partite ravvicinate?
“Sono partite tutte importanti, ma contro l’Udinese è una tappa importante, dove la Roma può provare a distaccare qualche inseguitrice. Sono certo che Garcia farà giocare il miglior undici disponibile”.

Un giudizio su Garcia?
“Mi  piace molto, è attento e non sottovaluta nessun aspetto perché sa che allenare la Roma non è facile per nessuno. 
Sta entrando sempre più nei meccanismi del calcio italiano”.

Allenare a Roma è difficile. E vincere, invece?
“Non è facile certo, ma noi abbiamo vinto lo scudetto. Era un grande gruppo, fortissimo. Avevamo campioni in ogni reparto”.

Un ricordo su tutti degli anni alla Roma?
“Devo partire dal raccontare come sono arrivato alla Roma. Quell’anno feci due provini: uno con la Juve e l’altro con la Roma. La mia famiglia tifava Juventus e tutti speravano arrivasse una chiamata dal nord. Fui preso da entrambe le società, ma io scelsi di venire a Trigoria, per il clima, per la città… Poi accadde tutto nello stesso anno… l’esordio in A… fino alla festa del Circo Massimo. Eravamo un milione…”.

Di chi fu il merito?
“Di un grandissimo allenatore e di giocatori forti. E poi anche la sorte deve essere dalla tua… sperare che i tuoi avversari becchino la giornata storta e tu quella dritta”.

Cosa si aspetta da questa stagione della Roma?
“Credo sia positivo che per la prima volta, dopo quattro anni, non c’è una squadra che sembra uccidere il campionato. La Roma comunque si giocherà lo scudetto con il Napoli, l’unica squadra allo stesso livello della Roma di quest’anno”. 

Fa un pronostico?
“La Roma farà la partita. Tra tutti potrebbe essere Dzeko a risolvere la gara. Su tutti vorrei citare Florenzi: un giocatore allucinante, imbarazzante in ogni zona del campo dove viene impegnato”. 


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