Da Cagliari al Cagliari, ora è tutto un altro Menez
Fonte: Vocegiallorossa.it
In campo solamente nella ripresa (al 18’ in sostituzione di Toni) nella finale di Coppa Italia contro l’Inter, Menez dovrebbe tornare nella formazione titolare domenica pomeriggio quando all’Olimpico arriverà il Cagliari nella penultima di campionato. Jeremy, 23 anni compiuti oggi, dovrebbe far parte di quello ormai noto come tridente leggero in compagnia di Totti e Vucinic. In pratica, la soluzione tattica che sin qui ha dato maggiori soddisfazioni e riscontri positivi a Ranieri. L’attaccante originario di Longjumeau si ritroverà di fronte lo stesso avversario contro il quale ad inizio 2010 sono iniziate tutte le sue incomprensioni con Ranieri. Sei gennaio scorso, Stadio Sant’Elia, il mister romanista fa riscaldare a lungo il numero 94 ma lo fa entrare in campo solo nell’ultimo quarto d’ora in sostituzione di Baptista. E l’ex Monaco, per tutta risposta, si estranea di fatto dal gioco attirandosi addosso tutte le critiche del tecnico nella conferenza stampa post gara. Da allora sono trascorsi più di quattro mesi e di acqua sotto i ponti ne è passata tanta: impegnandosi in allenamento e rendendosi protagonista di alcune prestazioni eccellenti in campionato, vedi le vittorie con Inter e Lazio, Menez è riuscito a far cambiare idea al sor Claudio. Che di recente, a differenza di gennaio, ne ha lodato l’atteggiamento in diverse occasioni. Tra i due si è creato un rapporto di stima reciproca, messo in evidenza dallo stesso calciatore in un’intervista di un paio di settimane fa rilasciata ad un giornale transalpino. Pur persa l’occasione di alzare la sua decima Coppa Italia, la Roma non molla e nei residui 180’ stagionali ce la metterà tutta per giocarsi quel che resta delle speranze di conquistare lo scudetto. Domenica con i sardi, poi nel turno conclusivo a Verona col Chievo, il talento e la fantasia di Jeremy saranno assi nella manica fondamentali per provare a vincere entrambe le partite. Dall’inizio del torneo, JM è sceso in campo 22 volte su 36 giornate oltre a realizzare un gol. Quello, purtroppo inutile, nel match di S. Siro perso contro il Milan (1-2). Ha però ancora due giornate per provare almeno a raggiungere quota quattro (quante ne fece nel suo primo anno romanista) e, chissà, tentare di inseguire sino all’ultimo quel sogno tricolore cui è ancora lecito credere. Almeno finché la matematica dirà il contrario.