Dalla Romania a Roma virando per Milano: la storia di Chivu in "tre atti"
Fonte: Vocegiallorossa.it
Il presidente Sensi lo andò a prendere dell'Ajax dove faceva già il capitano a poco più di vent'anni. Lui lo ripagò con qualche decina di partite disputate per ogni campionato che ha giocato nella capitale. Poi il Dio denaro se lo richiamò all'ombra del Duomo. Ma non sono questi i tre atti che ci interessano.
Ha lanciato una bottiglietta verso gli spalti, ha mostrato ai tifosi giallorossi il dito medio, si è reso protragonista di un gesto volgarissimo sempre nei confronti dei supporters romanisti. Tutto questo in una sola partita, al termine di Inter-Roma di finale Tim Cup. Ma Cristian Chivu che cos'altro doveva fare per farsi notare dai media nazionali che si trovano al di fuori del Raccordo Anulare? Provate a immaginare se i tre atti del romeno ex-giallorosso li avesse interpretati Francesco Totti o Daniele De Rossi. Si sarebbe gridato allo scandalo (come peraltro sta avvenendo per il fallaccio del capitano nei confronti di Balotelli). Il problema è che, non soltanto da Roma in giù e da Roma in su non si grida allo scandalo, ma che il "caso" proprio non esista. La gran parte dei sportivi d'Italia ha saputo di quanto è stato capace di fare Chivu soltanto perchè la Procura Federale della Figc venerdì pomeriggio ha annunciato di aver aperto un procedimento nei confronti del giocatore. Ma dov'è finito il diritto di cronaca dei giornalisti? Dov'è si è nascosta la deontologia professionale dei addetti alla comunicazione?