De Canio: "La Juventus rischia di non andare in Champions League". AUDIO!
L'allenatore Luigi De Canio ha parlato a TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto. L'intervista inizia dall'Italia: "Io non storcerei tanto per le prestazioni, questi ragazzi giocano quasi ininterrottamente dalla fine del lockdown: un calo di forma è fisiologico, e c'è bisogno di fare i conti con la pandemia, anche psicologicamente, per il disagio che fa sentire".
Chi ha fatto più passi avanti?
"Mancini ha grandissimi meriti nella valorizzazione di tutti, hanno maturità e voglia di divertirsi e divertire come le nazionali di grande livello. Fatico a pensare ad un solo giocatore che non sia cresciuto, diciamo che Insigne non ha più sbagliato una partita in azzurro, così come Barella ha acquisito maggiore sicurezza. Però il gruppo è cresciuto unanimemente".
Le realtà più blasonate rischiano di più nella lotta per non retrocedere?
"Erroneamente all'inizio si è pensato che la salvezza forse un risultato a portata. Per esperienza e valore dei calciatori probabilmente è così, e vale pure per il Torino, ma a volte ci si scorda quanto sia difficile il campionato italiano. Ci vuole sempre il giusto approccio, e in questo elenco aggiungerei la Fiorentina, squadra che non sta vivendo il campionato che ci si attendeva".
Con chi ce l'aveva quando parlava dei maestri della panchina che sono tali grazie ai loro calciatori?
"Mi riferivo al concetto che si ha del rapporto calciatore-allenatore. Il calcio è dei giocatori, sono loro che danno le emozioni, e nella storia ci ricordiamo le formazioni composte da grandi calciatori. I vari Michels hanno potuto lasciare un'impronta grazie alla disponibilità dei campioni che avevano nelle loro squadre".
Che ne pensa del ritorno di Iachini alla Fiorentina?
"Giocherà contro Ballardini, che nessuno definisce un maestro perché non si guarda nel profondo e si usano luoghi comuni. Comunque, mi dispiace davvero molto per le dimissioni di Prandelli e per il suo periodo di difficoltà, gli sono vicino umanamente e professionalmente. Il ritorno di Iachini adesso è la cosa più logica per la Fiorentina, semmai questo dovrà indurre tutti a riflessioni più profonde".
Perché da noi non si punta già sui 2001 e 2002?
"In Italia viviamo di frasi fatte e discorsi sempre uguali ad ogni latitudine. Così chi deve decidere sta sempre bene e non si espone mai a delle responsabilità. Come la storia del calcio ci insegna, anche se giovane chi è forte e capace deve giocare. Poi però dopo qualche anno si finisce sempre per ricredersi...".
Perché si pensa che il trentenne dia riferimenti in più?
"Gli allenatori devono avere l'onestà di fare il bene della squadra e della società, schierando i migliori, e sono sicuro che sia così. Ma siamo certi che questo sia sempre ben compreso dalle altre componenti della società".
C'è qualcuno che rischia di più nella lotta Champions?
"Credo che il rischio maggiore ce l'abbia la Juventus, obiettivamente: la squadra è stata rifondata, e ha i giocatori più esperti in condizioni fisiche non buone. Perdere anche questi riferimenti può creare problemi, e credo sia stato il principale di quest'anno. Il rischio c'è, e penso che potesse essere pure calcolato".
In Serie B sta facendo la differenza la solidità dei club?
"Riflessione sacrosanta, la solidità intesa come consapevolezza e capacità di analisi fa sempre la differenza. Non a caso il Brescia paga l'incostanza, e in cima ci sono le più forti. Il campionato è livellato: anche la Cremonese, che si è ripresa da poco, avrebbe potuto recitare un ruolo di primo piano"