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Di Giovambattista: "Roma, risolvi il problema del gol"

di Adriano Mazzone
Fonte: Tuttomercatoweb.com

La redazione di Tuttomercatoweb.com ha intervistato in esclusiva Ilario Di Giovambattista, direttore di Radio Radio, e con lui parlato della Roma. C'è choc nell'ambiente giallorosso perché la squadra non è ancora pronta e Luis Enrique chiede tempo, avendo anche la fiducia della società e i giocatori che non si lamentano per essere utilizzati fuori ruolo. Il mercato giallorosso è stato applaudito dagli addetti ai lavori, ma sembra essere stato condotto su due binari da Baldini e Sabatini. Il problema della Roma è che subisce troppe palle gol e non segna e il possesso palla si svolge per linee orizzontali e non verticali. DiBenedetto mercoledì sarà presidente e la questione stadio dipenderà dal fatto se sarà annessa o meno una speculazione edilizia per finanziare i costi di costruzione.

La Roma continua ad essere un cantiere aperto e non si intravede la fine dei lavori e intanto la classifica langue con due soli punti all'attivo dopo tre partite.
"Gli addetti ai lavori e i tifosi si aspettavano indubbiamente molto di più, perché il mercato è stato importante e la Roma è una delle società che ha speso di più, con un disavanzo che ha sfiorato i 50 milioni di euro, per l'acquisto di giocatori che forse sono i migliori che potevano essere presi rispetto alle potenzialità della Roma. Procuratori e direttori sportivi intervistati da noi a Radio Radio ne sono convinti. Pjanic, Lamela, Borini, Osvaldo, che in Spagna aveva fatto molto bene, Gago, che ha venticinque anni e viene dal Real Madrid, sono il meglio dei giovani a livello internazionale. C'è un po' di choc nell'ambiente della Roma perché ci si aspettava che la squadra fosse pronta un po' prima, ma così non è. Luis Enrique chiede tempo e la società, lo hanno notato tutti, è con l'allenatore, Luis Enrique non si tocca e lo ha ribadito anche recentemente DiBenedetto, e i giocatori sembrano seguire le indicazioni del tecnico. Alla Roma mancano la velocità e la tenuta perché di quello che vuole Luis Enrique la squadra ha appreso solo il possesso palla, ormai è arrivato al sessanta percento a partita, però, dato ancor più preoccupante, in tre partite per gli avversari ci sono state diciotto palle gol".

Se le tre reti subite, con una media di una a partita, potrebbero non impensierire troppo, i soli due gol realizzati sono un chiaro segnale delle evidenti difficoltà di gioco della squadra. A Parma urge un'inversione di tendenza.
"Le indicazioni sembrano voler dire proprio che a Parma si cambierà. Tutti gli osservatori della Roma diventano pazzi perché guardano gli allenamenti e di conseguenza ipotizzano delle formazioni e poi le scelte di Luis Enrique sono sempre in contropiede: quando ci si aspetta, ad esempio, che giochi Bojan lui è in panchina, e quando si prevede Osvaldo in panchina poi lo si trova in campo fin dal primo minuto. Alcuni pensano che a Parma Totti non giocherà e altri che sarà in campo e questa volta nel suo ruolo di centravanti. Il dato che lei ha sottolineato della scarsità di gol realizzati è uno di quelli che preoccupano di più, la Roma non concretizza e il tiki-taka, questo continuo possesso palla molto orizzontale e poco per linee verticali, è certamente uno dei punti dolenti della Roma e il fatto della mancanza dei gol è abbastanza clamoroso. Io penso che la Roma abbia degli ottimi attaccanti, ma che siano assortiti male nel gioco di Luis Enrique. L'allenatore per il gioco che vuole praticare avrebbe bisogno di due ali e in realtà adesso adatta dei giocatori in quel ruolo perché Osvaldo, Borriello e lo stesso Bojan, che nel Barça giocava da centravanti, fanno più fatica del previsto".

Anche se gli operatori hanno apprezzato il mercato della Roma, in virtù del fatto che mancano le ali e che i giocatori vengono utilizzati fuori ruolo per scelta tecnica, come recentemente accaduto con Perrotta e Totti, forse la campagna acquisti non è stata fatta nel modo conforme alle esigenze dell'allenatore. Il fatto poi che Luis Enrique in allenamento provi dei giocatori e poi in partita ne mandi in campo degli altri non può destabilizzare la squadra?
"Questa è una bella domanda. Certo c'è molta voglia di stupire: anche il fatto di far giocare fuori ruolo i giocatori può sembrare una scelta azzardata, però bisogna prendere atto che i giocatori sono molto disciplinati e stanno facendo di tutto per accontentare l'allenatore, pertanto eseguono il compito loro assegnato e non vanno oltre. Questo è un limite e invece in tante occasioni dovrebbero andare anche oltre quello che chiede loro Luis Enrique. Il calcio è anche molto istinto e non solo grande ragionamento e preparazione, se al calcio si toglie l'istinto è la fine, soprattutto per certi giocatori importanti. Ci sono dei giocatori utilizzati nettamente fuori ruolo come De Rossi che deve stare nel vivo dell'azione e si vede che manca la sua spinta a centrocampo e nella zona d'attacco, ormai è un difensore aggiunto. Perrotta impiegato come terzino è stralunato, ma se i giocatori non protestano vuol dire che probabilmente credono molto nel progetto dell'allenatore e se ci credono loro tutti dobbiamo crederci e speriamo che le difficoltà vengano superate al più presto. Per quel che riguarda le scelte di mercato forse ci sono state un paio di anime che hanno preso le decisioni: Baldini ha scelto Luis Enrique e le altre scelte relative ai giocatori sono state fatte più autonomamente da Sabatini, come ad esempio Gago, che di lui l'allenatore non era convinto al cento per cento, e Kjær che è stato voluto dal direttore sportivo. Come lei ha sottolineato i giocatori non sempre sembrano rispecchiare l'idea tattica di Luis Enrique, così fanno venire a nudo il doppio binario che c'è stato nelle decisioni societarie sugli ingaggi".

L'Opa degli americani sul capitale dell'As Roma è slittata di alcuni giorni su richiesta della Consob e Thomas DiBenedetto incontra il sindaco Alemanno e vuole costruire lo stadio. Le vicende societarie a che punto sono?
"DiBenedetto sarà presidente della Roma martedì 27 e la questione dello slittamento dell'Opa (offerta pubblica d'acquisto di prodotti finanziari, ndr) voluta dalla Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa che garantisce la tutela degli investitori, l'efficienza, la trasparenza e lo sviluppo del mercato mobiliare italiano, ndr) non è stata spiegata molto bene. All'incontro fra DiBenedetto e Alemanno ero presente e diciamo chiaramente che fra due anni a Roma si voterà per eleggere il Sindaco e Alemanno ha nel suo programma la realizzazione degli stadi per le società calcistiche romane e vorrebbe presentarsi agli elettori avendo rispettato questo impegno. Sulla faccenda stadi però io frenerei un po', anche se sembra esserci una volontà abbastanza trasversale delle forze politiche, bisogna capire se la Roma e la Lazio vogliono uno stadio tipo quello della Juventus che si autofinanzia senza aver bisogno di costruire tanti appartamenti intorno, ovvero una cubatura abitativa sufficiente a finanziare la costruzione dello stadio. Da quello che si percepisce conoscendo la realtà di Roma, se la società giallorossa vuole costruire uno stadio chiedendo la cubatura per qualche migliaio di appartenenti intorno, i tempi si allungheranno a dismisura; se invece si intende costruire solo lo stadio modello Juventus, come ha detto, intervenendo in diretta in radio, l'onorevole Luciano Ciocchetti - vicepresidente della Regione Lazio e uno dei massimi esperti di urbanistica - che in base alla nuove normative la società giallorossa in un anno, individuata l'area, avrà le autorizzazioni per farlo".


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