Dragoni, Il Sole 24 Ore: "La banca è la vera padrona della Roma"
Fonte: insideroma.com
Il giornalista de Il Sole 24 Ore Gianni Dragoni ha parlato della situazione societaria della Roma e del possibile ingresso in società dello sceicco Al Qaddumi:
Qual è il suo "sentimento" rispetto a questa trattativa? Si chiuderà positivamente o è un semplice fuoco di paglia?
"Non sarebbe la prima volta che le voci di presunti interessi di investitori nell'AS Roma si sgonfiano, dopo aver provocato rialzi in Borsa. E' accaduto anche il 22 febbraio: dopo la diffusione delle solite voci, stavolta di un interesse di un presunto sceicco che vive vicino a Perugia in una casa modesta, titolo sospeso per eccesso di rialzo e in chiusura aumento del prezzo del 10%, poi le quotazioni sono tornate alla media degli ultimi due mesi, intorno a 50 centesimi per azione. Ieri c'è stato un calo dell'1,25% (mi riferisco a lunedì 11 marzo), le azioni della Roma hanno chiuso a 0,4997 euro. Anche la Borsa sembra prudente".
Qual è il suo giudizio su come è stata gestita, fino ad oggi, questa trattativa? Si aspettava che ci fossero, già nei primi giorni, i riflettori della Consob e della Procura?
"In tutte le vicende di speculazioni finanziarie intorno alla Roma la Consob non ha mai assunto iniziative che portassero a conclusioni apprezzabili. Già nel caso del presunto interesse del magnate George Soros non ho visto applicare sanzioni o aprire contenziosi contro chi aveva diffuso e per lungo tempo alimentato voci rivelatesi prive di fondamento. Anche in questa vicenda credo che la Consob avrebbe dovuto essere più incisiva. Né il comunicato del 21 febbraio, né quello del 25 febbraio, della AS Roma Spv Llc, la società considerata cassaforte dei soci americani, pur menzionando un accordo preliminare con Al Qaddumi indicano quale sarebbe il prezzo dell'investimento attribuibile al presunto sceicco. C'è poca trasparenza, come al solito prima sono state fatte circolare voci ad arte, poi dopo il rialzo in Borsa e la richiesta (tardiva) della Consob, è stato emesso un comunicato che dice ben poco, salvo il riferimento ad un accordo preliminare sottoscritto con Al Qaddumi".
Se il prossimo 14 marzo si dovesse arrivare all'ingresso dello sceicco Al Qaddumi nel capitale della società si aspetta una rivoluzione a livello di quadri dirigenziali? Potrebbe essere escluso, per esempio, il vice-presidente Joe Tacopina dal CdA?
"Non sono in grado di rispondere a questa domanda. Non so se Al Qaddumi entrerà nella AS Roma. In linea teorica, penso che, come avverrebbe in ogni società, chiunque dovesse entrare con un apporto importante di capitali acquisirebbe un ruolo anche nella gestione".
Qual è l'impressione rispetto alla figura di Al Qaddumi? E' lui il possibile nuovo socio della AS Roma, o dietro c'è un altro soggetto interessato al club?
"La prima impressione, leggendo quello che i giornali hanno raccontato (rispetto a precedenti vicende che lo riguardano), è che Al Qaddumi non abbia la solidità, né mezzi adeguati. Devo dire che, ad oggi, non si conosce bene neppure la reale consistenza patrimoniale dei soci americani entrati nel 2011. Ogni tentativo di tracciare le loro attività e individuare un bilancio consolidato delle attività di James Pallotta, di Thomas R. Di Benedetto, ecc., si è fermato davanti ad un muro di sigle e di descrizioni generiche, povere di cifre. L'unica cosa chiara dai bilanci dell'As Roma è che i soldi li mette soprattutto la banca, ovvero Unicredit. La Roma ha debiti finanziari di oltre 90 milioni di euro verso il gruppo Unicredit, secondo gli ultimi dati pubblicati, a fine 2012".
In una scala da 1 a 10, che voto darebbe alla comunicazione della AS Roma nel rapporto con i media? Cosa le è piaciuto di più e cosa di meno? E' normale che, ad oggi, per esempio, non si conosca il business plan aziendale?
"Non voglio dare voti. Dico, però, che in tutta questa vicenda scarseggia la trasparenza. E ci sono passaggi anomali, come la firma a Boston dell'accordo preliminare nel 2011 tra Unicredit e i soci americani. Perché non firmare a Roma? La scarsa trasparenza si estende allo schermo americano, la società AS Roma Svp Llc, che è il socio di maggioranza, con il 60%, della Neep Roma Holding, la Spa italiana che possiede il 78% della società di calcio. Questa costruzione, pur legittima nella forma, impedisce di vedere bene gli assetti proprietari della Roma e di tracciare i flussi di denaro. Secondo me il vero padrone della Roma è Unicredit, anche se appare solo come socio al 40% della Neep Roma Holding. E' Unicredit che mette i soldi e fornisce il carburante per far girare il motore della Magica", ha dichiarato a insideroma.com.