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Fuga da Coverciano? Gravina: "Chi lo fa si assumerà le proprie responsabilità, l'Italia va avanti"

di Andrea Gonini

Gabriele Gravina ha mandato un messaggio ai club di Serie A e non solo. Nel giorno di Italia-Germania  il presidente della FIGC s'è così espresso sulle difficoltà nel lanciare i giovani italiani: "Non possiamo pensare di avere ragazzi importanti sotto il profilo del talento fino a 18-19 anni e poi non dare possibilità ai talenti di diventare campioni. Non abbiamo ragazzi selezionabili e purtroppo non siamo credibili: da un lato vogliamo centrare la qualificazione e raggiungere un risultato sportivo importante, poi dall'altra arrivano richieste ufficiali per portare gli extracomunitari da 2 a 8/10 o addirittura togliere questo limite. Diventiamo poco credibili quando invece di affrontare argomenti di interesse generale, diventa centrale, da sette mesi, l'Indice di Liquidità a 0.5, del quale continuo a vergognarmi. La Germania lo ha a 1. Hanno affrontato il tema della valorizzazione dei giovani a livello di sistema. Io ringrazio la Lega di A, che ha messo a disposizione i giovani per creare un'accademia indotta, ma sarà sufficiente? Io credo di no, però stiamo comunque lavorando a questi temi. La soluzione a questo problema deve essere sistemica. Se qualcuno pensa che la Federazione sia il soggetto che deve trovare da sola le soluzioni, vi garantisco che non è possibile. Noi abbiamo un altro compito e un altro ruolo, nel trovare e mettere insieme tutti gli interessi del mondo del calcio, affinché prevalga l'interesse generale e non delle singole componenti. Sempre attraverso una metodologia di lavoro condivisa".

Altro tema centrale: in questi giorni, molti giocatori hanno lasciato il ritiro per la Nazionale. Chi per infortunio, chi per stanchezza, chi sorprendendo anche il CT, come Lazzari e Zaccagni. Ieri il CT s'è detto sorpreso per la decisione dei due biancocelesi, oggi la Lazio ha diramato un comunicato. Ma Gravina, in generale, sul tema ha risposto così: "Cominciamo a percepire una sorta di distacco, ci sono contaminazioni esterne. C'è qualcuno che preme per tutelare il proprio interesse ma questo è nel DNA delle società di calcio. Qualcun altro lo fa per rancore, qualcun altro ancora ha comportamenti contrastanti. Il valore e l'attaccamento alla maglia è qualcosa che comincia a sfumare, in questo bisognerà fare qualcosa in più: fermo restando, e lo dico con massimo rispetto, che la maglia azzurra si può lasciare ma chi lo fa poi si assume le proprie responsabilità e noi andremo comunque avanti".


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