.

Giorgio Martino: "Nainggolan non può andare via. È un leader"

di Luca d'Alessandro
Fonte: Gli Inascoltabili Centro Suono Sport

Il direttore Giorgio Martino interviene ai microfoni de “Gli Inascoltabili” su Radio Centro Suono Sport e parla della notizia riguardante la cessione di Nainggolan: “Ritengo una cessione simile temibile, perché al momento Nainggolan rappresenta uno dei giocatori cardine della Roma. Il fatto che rimanga sarebbe invece, al contrario, una dimostrazione di credibilità della squadra. Quello che Nainggolan rappresenta e ha rappresentato finora, pur essendo ancora giovane, è importante perché ha avuto il merito di essersi calato nella realtà di Roma. Ad esempio, non parla bene l’italiano ma parla il romano e questo è un simbolo di appartenenza. Quindi lo considero indispensabile, e sarebbe un grande errore rinunciarvi. Credo che Nainggolan sia un po’ come Benatia: non solo forte dal punto di vista tecnico, ma anche un leader; mentre giocatori come Lamela e Marquinhos, comunque tecnicamente molto importanti per la squadra, non sarebbero mai potuti diventare dei leader per il gruppo, al contrario Benatia e Naninggolan hanno questa grande caratteristica. Quindi penso che una cessione simile non possa esser considerata solo dal punto di vista tecnico-economico.” Sulla gestione da parte della società dice: “il problema fondamentale della Roma, oggi, mi sembra la mancanza del vero senso di appartenenza della società e la piena comprensione dell’identità della Roma. E la vicenda del rinnovo del contratto di Totti è un esempio concreto della cattiva gestione della società. La persona che viene delegata a decidere deve gestire bene questo “potere”, ma quello che si vede è che chi è a Roma – mentre la dirigenza è in America – non conta un granché. Baldini era abituato ad avere un certo margine di indipendenza. Agiva pensando quello che doveva fare, magari confrontandosi, ma comunque con un’autonomia che è importante. E poi in questioni come quella di Totti la società tende invece a non intervenire. Mi sembra assurdo che in una situazione in cui si è detto di tutto da tutte le parti, l’unica voce che non si sia sentita è quella, appunto, della società.” Sulle sue esperienze da telecronista aggiunge: “è stato bello essere stato presente a eventi importanti – dalle Olimpiadi ai Mondiali, al gol di Maradona all’Inghilterra… – e raccontarli, ma quando poi all’importanza dell’evento si aggiunge anche la parte intima, sentimentale del tifo allora c’è un quid in più incalcolabile e imprevedibile”.


Altre notizie
PUBBLICITÀ