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Guendouzi: "So dove metto i piedi, sono molto felice di aver scelto la Lazio"

di Benedetta Uccheddu

Matteo Guendouzi, centrocampista della Lazio, è intervenuto ieri in conferenza stampa dal ritiro della Francia, parlando anche della sua scelta di trasferirsi alla Lazio nel recente passato: "Nel nostro Paese si parla meno del campionato italiano, ma so dove metto i piedi. Ogni anno il club gioca le coppe europee, sono molto felice della mia scelta".

Con la Francia ha un ruolo diverso rispetto alla Lazio?
"Sì, nel club gioco più basso, in un 4-3-3 come qui posso proiettarmi più avanti".

Rabiot invece ha lasciato l'Italia per il Marsiglia.
"È un'ottima scelta per lui. È un ragazzo molto intelligente. Sappiamo che ha giocato nel PSG, siamo rimasti tutti sorpresi. Sono sicuro che farà un ottimo lavoro".

Cosa ne pensa delle sue performance in Nazionale?
"Sono 4/5 che sono stato convocato nel girone della Francia. Ho fatto vedere buone cose sia nel club che nella squadra francese. Ci sono grandi giocatori. Devi essere molto bravo sia nel club che in Nazionale. La regolarità è la cosa più importante. Ci sono giocatori molto forti, alcuni non sono stati convocati per questo raduno. Cerco di restare me stesso. Cerco di aiutare la mia squadra. È molto difficile avere un posto. Ho sempre avuto obiettivi alti. Spero di affermarmi stabilmente in questo gruppo. Bisogna mettersi sempre a disposizione del collettivo. Voglio vincere trofei con questa squadra".

Può prendere il posto di Griezmann?
"Lui ha le sue caratteristiche, io non ho le stesse. Ci sono altri giocatori che faranno bene. Antoine è un giocatore diverso".

La popolarità della Francia è in calo.
"Ci sono state tante critiche. Ma c'è stata una semifinale degli Europei e una finale del Mondiale. Ho tanti amici che continuano a guardare le partite. Cerchiamo sempre di dare il meglio di noi stessi".

Com'è la vita a Roma?
"Lì mangio molto bene, ho preso uno o due chili appena sono arrivato perché ero in albergo. È una città molto bella. Visito molti posti. Bisogna sapersi staccare dal calcio. Lì ci sono molte cose da fare".


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