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I giudici: nessuna minaccia ai calciatori dopo Roma-Fiorentina. Le deposizioni di Totti e De Sanctis

di Luca d'Alessandro

Queste le deposizioni alla Digos di Totti e De Sanctis in merito alla contestazione avvenuta sotto la Curva Sud, al termine di Roma-Fiorentina 0-3 del 19 marzo 2015:  

Totti: «Al termine dell’incontro ci siamo recati presso la curva sud, dove i tifosi avevano reclamato a gran voce la nostra presenza con ripetuti cori. Durante questo confronto siamo stati insultati e fatto oggetto di sputi, lancio di accendini e bottigliette di plastica. Non siamo stati minacciati, perlomeno io non mi sono accorto di alcuna specifica minaccia nei miei confronti e nei confronti dei compagni di squadra che erano accanto a me. Non mi sono impensierito del loro atteggiamento anche se erano oggettivamente aggressivi nei nostri confronti. Durante la mia carriera ho già vissuto momenti così critici, tuttavia non è stato affatto piacevole il comportamento che alcuni tifosi ci hanno riservato, mi rendo perfettamente conto che alcuni miei compagni di squadra si siano preoccupati per questi fatti. Abbiamo deciso di andare spontaneamente sotto la curva senza essere stati indotti da nessuno a questo chiarimento. Abbiamo pensato che non presentarci, atteso il clima di ostilità che si era verificato durante la partita sarebbe potuto degenerare con conseguenze imprevedibili». 

De Sanctis: «Mi hanno gridato più volte napoletano di m…a, mi sono sentito intimorito dalla veemenza con la quale i tifosi si sono rivolti verso di noi. Pjanic venne colpito da un accendino»,

I giudici chiamati a emettere una sentenza, non la pensano allo stesso modo: le «dichiarazioni rilasciate dai calciatori Totti, De Rossi, e De Sanctis appaiono assolutamente credibili e, nel confermare in modo univoco la dinamica dei fatti sopra ricostruita, escludono di essere oggetto di minacce e intimidazioni». Secondo il giudice del riesame infatti «dalla visione delle immagini e dalle dichiarazioni dei calciatori di cui sopra – si legge negli atti – non vi è evidenza che le condotte perpetrate abbiano costretto i calciatori medesimi a portarsi sotto la curva sud, a togliersi la maglia o a subire alcuna forma di pressione tale da coartare la loro libertà di autodeterminarsi». 


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