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Insa: "Totti è uno spettacolo. Per giocare a FIFA serve un grande lavoro di testa"

di Gabriele Chiocchio
Fonte: gianlucadimarzio.com

Nicolò Insa Mirra, pro player di FIFA della Roma, ha rilasciato una lunga intervista a gianlucadimarzio.com.

«Ci alleniamo per 3-4 ore al giorno di gioco puro davanti allo schermo, poi siamo seguiti da mental coach che ci aiutano a canalizzare la concentrazione. E in più andiamo anche in palestra per gestire lo stress. Quello degli eSports è un mondo in piena evoluzione che sta raggiungendo vette incredibili. In Italia non siamo ancora arrivati a questi livelli ma presto lo faremo».

Sul suo avvicinamento al mondo videoludico.
«Non mi sono appassionato subito ai videogiochi, ho iniziato a farlo con Pokémon, poi mi sono avvicinato al mondo delle console grazie a mio zio che me ne ha regalata una. Da lì è iniziato tutto. Inizialmente non gli dedicavo molto tempo perché preferivo studiare e uscire con gli amici, ma sono riuscito comunque a migliorare. C’è una concezione sbagliata rispetto agli eSports, perché in pochi sanno quanto bisogna impegnarsi. Oltre all’allenamento joystick alla mano c’è un grande lavoro che svolgiamo sulla testa. Pochi sport necessitano di una concentrazione così alta. Per questo al contrario di quanto si possa credere svolgiamo anche attività fisica per ammortizzare lo stress derivato dalle lunghe sessioni davanti allo schermo».

Come si diventa giocatori professionisti?
«Io ho iniziato giocando a Gears of War, poi mi sono avvicinato a Fifa. Mi sono fatto conoscere scalando le classifiche di tornei online e partecipando a competizioni ufficiali. Fino a quando sono stato messo sotto contratto da un team professionistico tedesco. Da lì è stata una scalata fino ad arrivare alla chiamata della Roma e in contemporanea quella dei Fnatic, uno dei più importanti team a livello mondiale».

Sul suo tentativo nel mondo del calcio.
«Mi sono rotto per tre volte il crociato e ho dovuto smettere, fortuna che c’era FIFA…».

Sul suo arrivo a Trigoria.
«Ho conosciuto Totti, una persona fantastica. Appena mi ha visto mi ha detto "quindi de preciso che fate?", uno spettacolo. Sono diventato amico di Lorenzo Pellegrini, una volta dovevamo fare una dimostrazione di FIFA e si è allenato tutto il giorno per non fare brutta figura. Il più forte a giocare però è Luca Pellegrini, veramente bravo. Florenzi è molto appassionato, l’ho sfidato in coppia con Emerson Palmieri, ad ogni gol si alzava in piedi come se fosse in una finale di Champions».

Sulla FIFA eWorld Cup.
«Per arrivarci bisogna partecipare a 6 eventi nel corso dell’anno da cui escono i 64 che affrontano i playoff per accedere alla fase finale del Mondiale, a cui poi prendono parte solo in 16. Quest’anno il montepremi potrebbe ammontare a 400.000 euro. Si partecipa con una squadra Ultimate Team, che generalmente è uguale a quella con cui ci esercitiamo a casa. La mia è composta da Van der Sar (89), Jordi Alba, Sergio Ramos, Manolas Florenzi, Vieira (88), Nainggolan, Neymar, Griezmann, Cristiano Ronaldo e Dembelé, che però non vedo l’ora di cambiare. Giocatori più forti rispetto al loro reale valore? Quest’anno sono Bakayoko, Musa e Martial».

Sul professionismo.
«Fifa è ormai il mio lavoro. Ho deciso di lasciare momentaneamente gli studi e il mio precedente impiego per concentrarmi unicamente su questo».

Sugli eSports alle Olimpiadi.
«Quando le Olimpiadi si svolgeranno in Oriente sicuramente verrò proposta la disciplina degli eSports, lì sono più seguiti degli sport tradizionali».

 


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