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Inter, la soluzione di Marotta: "Terza dose obbligatoria e meno potere alle ASL"

di Gabriele Chiocchio

Direttamente dallo stadio Dall'Ara, l'amministratore delegato dell'Inter Giuseppe Marotta ha fornito il suo punto di vista sulle evoluzioni delle ultime ore. Di seguito le sue dichiarazioni rilasciate ai microfoni di Sky.

Cosa vi siete detti nel Consiglio di Lega ieri?
"In premessa dico che obiettivo di tutti è salutare la salute collettiva, dei tifosi e dei nostri tesserati. Abbiamo appena concluso un Consiglio nel corso del quale è stato rivisto l'attuale protocollo e redatto uno nuovo. Ci sarà una comunicazione ufficiale di Dal Pino a breve. Siamo in uno scenario di difficile interpretazione: abbiamo davanti rinvii di partite, delle prese di posizione delle ASL che decidono autonomamente. È anomalo che il Verona giochi a La Spezia con undici positivi mentre altre squadre sono state fermate con meno positività. L'obiettivo del Consiglio è stilare questo protocollo, avere un confronto con il Ministero dello Sport per far sì che ci sia una decisione chiara. Nel momento in cui viene data possibilità alle ASL di decidere autonomamente ci troviamo di fronte a situazioni diverse da una regione all'altra e il campionato ne risente".

Cosa succederà ora? Vi aspettate che la partita venga assegnata a tavolino?
"Non abbiamo gli elementi completi per poter stilare una valutazione. Pendiamo atto del fatto che il Bologna ha dovuto subire una decisione dell'ASL, che a sua volta ha presto questa decisione a tutela della salute di un gruppo. Quello che manca oggi è chiarezza tra il sistema sportivo e il Ministero della Salute. Entrambe le organizzazioni devono decidere sul protocollo da attuare, quindi limiterei la competenza delle ASL, per evitare il ripetersi di situazioni come oggi. Spero diventi obbligatoria anche la terza dose di vaccino, davanti ala quale i danni si limiterebbero ulteriormente".

I giocatori asintomatici possono scendere in campo?
"Nell'ambito dello sport deve essere reso obbligatorio il terzo vaccino, che copre il rischio di subire dei danni gravi dal virus. In questo caos il rischio è minimo e non è più il caso di fare la quarantena. L'andamento del campionato avrebbe molta più fluidità. L'attuale scenario ci porta a non capire quale sarà la fine, quindi la mia soluzione è che tutti gli atleti vengano sottoposti alla terza dose di vaccino".

Non sarebbe stato meglio rinviare questa giornata?
"Devo dire che questa quarta ondata ci ha preso in contropiede, sia nella società civile che nello sport. Alcune leghe hanno rinviato il calendario, altre no: rinviare questi turni avrebbe garantito una gestione più fluida, ma poi c'è la compressione di un calendario che ci vede costretti a svolgere tutte le partite fino a maggio, quindi non c'era tempo per inserire altre giornate di recupero. Oggi siamo di fronte a una causa di forza maggiore. Poteva essere una valutazione intelligente, ma c'è stata la repentinità nel trovarci di fronte a un numero incredibile di positività nel giro di pochi giorni".

Non era il caso di anticipare queste valutazioni a inizio dicembre?
"Un po' di autocritica va fatta, ma c'è anche il fatto che la quarta ondata ci ha travolto in modo molto rapido, le positività sono aumentate nel giro di pochi giorni. C'erano le festività, dovevamo concedere da regolamento alcuni giorni di riposo ai nostri tesserati, che sono andati nei luoghi più spensierati. Autocritica, ma anche di fronte a una situazione di emergenza che ci ha trovato impreparati".


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