Inter - Roma, manca anche il gol, L. Enrique: "Bene così"
Fonte: Lorenzo Serafini - paesesera.it
Il triplice fischio di Mazzoleni, ieri sera, ha chiuso una gara dalle tante sfaccettature. Per i tifosi della Roma è stata sicuramente una partita strana, ancora adesso difficile da decifrare. Difficile capire se essere contenti o preoccupati. Le emozioni provate durante la partita assomigliano a quelle della lettura di un libro poco convincente. Lo prendi perché ti piacciono autore e copertina(quel 4-3-3 con Perrotta e Taddei esterni di difesa incuriosisce); la trama è buona, ma non avvincente; ogni tanto c’è qualche trovata interessante da parte dello scrittore, ma basta voltare pagina per rimanere delusi. Il finale lascia l’amaro in bocca, e chiuso il libro, non hai ancora capito se ti è piaciuto o no. Ed è stata questa la sensazione che la Roma ha lasciato ieri a fine partita, dopo un quarto d’ora dove solo due immensi Kjaer e Burdisso, e una grande dose di fortuna, hanno salvato lo 0-0. Piazza spaccata (di nuovo), su come interpretare la partita, con un sorriso, o con una buona dose di amarezza.
Enrique soddisfatto – Il tecnico asturiano ha sorpreso tutti con la formazione schierata ieri: soltanto due difensori di ruolo per giocare in trasferta contro l’Inter. Revoluciòn o follia. Luis Enrique, che ora ha acquistato sicuramente maggiore credibilità, si dice contento della partita. “Ho fatto questa scelta per avere un miglior possesso di palla e un calcio offensivo — dice l'allenatore — questo è il mio tipo di calcio. Credo che la cosa più importante sia stata la personalità: i tifosi andranno a casa contenti. Siamo stati bravi a tenere alta la pressione. Sono contento del risultato. Poteva essere migliore, ma può essere il risultato della svolta. Ora si potrà lavorare con maggior tranquillità. Questo è il gruppo che io voglio: c'è concorrenza, voglia di vincere, fame. Nel finale abbiamo perso il controllo e rischiato troppo perché eravamo un po' stanchi, ma secondo me ne valeva la pena. Mi piace questo rischio. La vittoria vale tre punti, il pari è uno e quindi meglio attaccare”. Un modulo sì offensivo, ma che non riesce a produrre gol. Tanto da pensare a nuovi soluzioni per il tridente, soprattutto per Osvaldo che è sembrato decisamente fuori dai meccanismi di gioco. “Credo che la posizione sia buona per lui, come lo è per Bojan, Borriello e Borini. Il mio pensiero è di andare all’attacco. Sono sicuro che faranno tanti gol, ne sono sicuro, non ho nessun dubbio. Troveranno il gol perché sono tutti dei bomber, non sono preoccupato per niente per questo. Capisco che allenatori e giornalisti possano pensare che renderebbe meglio in un ruolo diverso, ma io sono convinto che con questa situazione faranno tanti gol. Ora manca un po’ di fiducia in fase di finalizzazione”. De Rossi, dopo una prestazione di grande livello, ritrova un po’ di serenità dopo la partita di Cagliari. “E’ una costante di questa squadra che ha sempre imposto il gioco, anche se abbiamo subito contropiedi e disattenzioni che ci sono costate sconfitte. Vedo un grande impegno da parte di tutti, ma gli ultimi 10-15 minuti abbiamo lasciato troppo campo agli avversari che hanno avuto buone occasioni”. La rivoluzione di Luis Enrique passa anche per Fabio Borini, numero 31 sulle spalle, classe 1992 sulla carta d’identità. Prestazione buona, di grande personalità, senza paura. “Non bisogna averne, sennò il giovane resta sempre giovane”. Ha fatto letteralmente impazzire Ranocchia, che più volte ha chiesto aiuto ai compagni. Non solo calciatori, anche i vertici della società giallorossa si sono detti soddisfatti. Prima Cappelli, presidente ad interim: “E’ chiaro che non siamo ancora al 100%. Credo che l'abbiamo affrontata con grande personalità ed è questo l'importante, oltre al punto conquistat”. Infine Sabatini: ”la squadra ha messo in campo quello che l'allenatore ha chiesto, mi sembra un'idea di calcio che sta crescendo. Un risultato importante ottenuto con tanta personalità. Siamo soddisfatti”.