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Italia, Parolo: "Massimo rispetto per il mister. In C il momento più duro"

di Gabriele Chiocchio

Conferenza stampa speciale, per Riccardo Montolivo e Marco Parolo, quella andata in scena oggi al San Nicola di Bari. I due calciatori della Nazionale di Giampiero Ventura sono stati intervistati da circa 50 bambini delle scuole calcio locali. Il centrocampista della Lazio ha raccontato il suo inizio di carriera: "Ho iniziato a 6 anni e mezzo. Ho dato i miei primi calci insieme agli amici e poi non ho mai smesso. Il momento più difficile della mia carriera? E' stato quando ero in Serie C. Avevo 22 anni, non avevo giocato tanto e facevo fatica a trovare squadra. Ma avevo vicino tante persone che mi incoraggiavano a crederci sempre, a tirar fuori quel carattere che non pensi di avere, ma che esce proprio in queste situazioni".

Per Parolo è importante avere un buon rapporto con il proprio tecnico. "Quello che dice l'allenatore - ha detto l'ex Parma - è la legge del campo. Per far andare d'accordo 22 teste una diversa dall'altra ci vuole uno che sappia guidare. Il rapporto deve essere basato sul massimo rispetto". E a chi gli chiedeva cos'era per lui il 'gioco di squadra', il centrocampista ex Cesena ha risposto così: "E per te cos'è? (Chiede Parolo al bambino, ndr). Passare la palla, dici? Anche. Quando ero piccolo c'era sempre quello che non me la passava mai (ride, ndr)".

Impossibile non chiudere pensando al momento in cui si realizza un gol. "Cosa si prova dopo un gol? Hai 30 secondi di estasi dove non capisci niente! Vedi tutti i compagni che ti vengono incontro e quando, poi, ti rivedi ti chiedi: 'Ma che esultanza ho fatto? (ride, ndr)'. Sei in trance agonistica, in quel momento sei uno degli uomini più felici al mondo", ha concluso Parolo. Lo riporta Tuttomercatoweb


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