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La Roma scende in campo con il progetto benefico "Calcio insieme"

di Jacopo Simonelli

Si chiama "Calcio insieme" il progetto che Roma Cares, la fondazione benefica del club giallorosso, ha intrapreso con l'associazione sportiva dilettantistica Accademia Calcio Integrato. E che, alla fine del primo triennio, ha già raddoppiato i bambini tra i 6 e i 16 anni con disabilità di vari livelli iscritti al programma che intende veicolare un modello di calcio a loro adeguato. Ci sono bambini con problemi più lievi, ragazzi con disturbi dello spettro autistico, ma anche con sindrome di Down.
"Il riscontro ce lo danno i genitori dei ragazzi, che ci confermano come la vita dei figli grazie all'attività sportiva d'insieme sia profondamente migliorata nella quotidianità di casa e in quella scolastica", spiega Marco Ieradi, che insieme al direttore generale del club Mauro Baldissoni cura il progetto per la Roma, ai microfoni di Repubblica.it. "Il calcio può essere uno strumento fondamentale per aiutare i bambini affetti da disabilità mentali a sviluppare se stessi - ribadisce Patrizia Minocchi, presidente di Calcio Integrato - e quell'oggetto magico che è la palla ha già dato i primi risultati: i bambini stanno imparando a relazionarsi". Con i ragazzi lavorano istruttori della squadra della Capitale, psicologi e collaboratori dell'Accademia Calcio Integrato, mentre i campi sono quelli del centro sportivo Pio XI, la antica Petriana. Il programma, nato con la volontà di produrre integrazione e inclusione per giovani affetti da disabilità intellettiva, ha raggiunto già un traguardo enorme: da quest'anno, è nata la prima squadra di calcio integrato, contando sui più grandicelli d'età. Li hanno chiamati i "lupetti" e a novembre hanno partecipato al campionato europeo dei ragazzi con sindrome di Down, a Terni. Il prossimo passo sarà l'espansione europea. Lo Sheffield, club inglese che ha intrapreso un progetto simile, si è messo in contatto con Trigoria: allo studio, un torneo integrato internazionale.


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