La Serie A tra la minaccia di sciopero e la richiesta di ristori
Lunedì si è tenuta una nuova assemblea in cui i club di Serie A avrebbero addirittura ventilato l'ipotesi di scioperare e non far partire il campionato il prossimo 22 agosto. In ballo c'è la richiesta al Governo di sciogliere il vincolo legato al distanziamento sociale negli stadi, una norma che impone che vi sia almeno un metro di distanza tra le persone ma, negli impianti italiani, i seggiolini sono separati in media da 75 centimetri.
Tale dettaglio impedisce a quasi tutte le squadre di riaprire i propri stadi al 50% della capienza. Anche immaginando una fila occupata e una no, solo la Juventus potrebbe riempire la metà dell'Allianz Stadium rispettando la distanza di sicurezza indicata.
L'obiettivo dei club è quello di usare la carta "Green Pass" come strumenti per aprire a tutti, proprio come succede nei ristoranti e nelle fiere. Una richiesta lanciata anche con una certa enfasi perché, come detto in precedenza, qualcuno ha anche paventato l'idea dello sciopero.
Tale minaccia potrebbe anche concretizzarsi qualora nella prossima assemblea, in programma lunedì 2 agosto, non ci sia un'apertura pubblica. Molti presidenti, scrive repubblica.it, hanno perso la pazienza perché non possono emettere abbonamenti e non hanno certezze sul numero di persone allo stadio, tanto da prendersela non solo con Dal Pino, ma anche con il presidente della FIGC Gravina.
Infine, nelle richieste al Governo del calcio italiano, si parla anche di ristori. Le società hanno visto crollare i propri ricavi, con alcune che non hanno risorse per fare mercato né per pagare gli stipendi. Questo il commento di Dal Pino a riguardo:
“Abbiamo bisogno che vengano adottate misure di respiro per i bilanci delle società. Non è possibile continuare a sostenere costi certi davanti a ricavi incerti, così è troppo penalizzante”.