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La storia di Ale, un bambino salvato dalla leucemia. Totti in campo per lui

di Simone Francioli
Fonte: ilmessaggero.it

Emanuela Imprenscia, mamma del piccolo Alessandro, racconta tramite una lettera la storia di Ale, un bambino di 10 salvato dalla leucemia grazie ad una donatrice tedesca di midollo osseo. La signora Imprenscia ha lanciato ora un appello, con il coinvolgimento di Francesco Totti, come riportato dal sito de Il Messaggero. Di seguito la lettera completa:

"L’essere umano è splendidamente unico ma questa sua unicità rende tragicamente difficile trovare un Donatore compatibile - continua la sua lettera straziante -. Allo stop terapia la malattia di Ale sembrava sconfitta ma dopo 3 anni è tornata, dimostrando che le sole terapie non bastavano a sconfiggerla. Serviva di più, bisognava cambiare quell’informazione genetica che non permetteva alle sue cellule del sangue di crescere e fare il loro mestiere. Nessuno di noi era compatibile, infatti i fratelli lo sono solo nel 25 % dei casi e lui pur avendone due non ha trovato la sua speranza in famiglia. E’ stata avviata la ricerca di un donatore compatibile nel registro italiano che conta circa 350.000 potenziali donatori, ma essendo la compatibilità 1 a 100.000 nel registro italiano non è stato trovato. In Italia la sua possibilità poteva arrivare da un cordone ombelicale che una madre a Pisa aveva deciso di donare alla banca del cordone ma la compatibilità era 5 su 6 e avrebbe implicato un certo rischio. Si è così deciso di allargare la ricerca al registro internazionale e grazie al cielo in Germania esisteva una ragazza di soli 22 anni che era perfettamente compatibile con Ale e che aveva maturato già questa splendida scelta. Solo lei poteva salvargli la vita e lo ha fatto. Ma se lei non ci fosse stata, se nessuno l’avesse informata che con un semplice prelievo di sangue si sarebbe potuta iscrivere nel registro dei donatori, oggi Ale non avrebbe una storia da raccontare. Per iscriversi nel registro basta un prelievo di sangue, avere tra i 18 e i 37 anni e un peso superiore ai 50 kg. La traccia genetica viene inserita nel registro o solo il giorno in cui il nostro gemello genetico si dovesse ammalare ed avesse bisogno di noi, si verrebbe chiamati a donare. La donazione si può fare con il prelievo direttamente dalle ossa del bacino (in anestesia totale vengono fatte una serie di punture sulle ossa del bacino, nulla a che vedere con la spina dorsale, nessun rischio per il donatore) o con una donazione dal sangue periferico (come una donazione di sangue ) dopo aver stimolato il midollo con un fattore di crescita per 4 giorni. Un piccolo sacrificio che può valere una vita intera per chi si è ammalato senza colpa e che è condannato senza appello se il donatore non viene trovato. Io sono la mamma di Ale e 6 anni fa ho donato il mio midollo a una sconosciuta francese che oggi vive grazie a quella scelta; non potevo fare nulla per salvare la vita del mio bambino ma potevo essere la differenza nella vita di un altro essere umano. Quel dono 5 anni dopo me lo ha restituito quella splendida ragazza tedesca. Quel registro ha ancora troppe pagine vuote, che per molti malati significano spegnersi senza poter lottare, doversi arrendere perché nessuno ha teso la mano. Noi vogliamo riempire quelle pagine. Ci servono i giovani, che siamo sicuri capaci di capire l’importanza di fare una scelta volta a salvare una vita, ma devono essere informati. C’è ancora poca informazione e poca consapevolezza che quel gesto lo può fare alle volte solo uno, è importante che tutti possano capire in che modo cambiare il destino di una persona. I ragazzi sanno il “perché”, dobbiamo solo indicare loro il “come”. Ci servono persone che maturino questa scelta e che si facciano testimoni per essere da esempio".

 


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