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Lardone (pres. Ostiamare) sogna De Rossi: "Non è un'idea così distante. Strano il suo addio alla Roma"

di Jacopo Simonelli

Luigi Lardone, presidente dell'Ostiamare, la società dove Daniele De Rossi ha mosso i suoi primi passi da calciatore, sogna un clamoroso ritorno del capitano giallorosso. Queste le sue parole a Radio Cusano Campus:

«Che De Rossi possa tornare, alla base, all’Ostiamare, non è un’idea così distante, per l’amore che ha Daniele per quella che definiamo una città nella città, e viceversa, che ha Ostia per lui. Qualche anno fa, due o tre, in un’intervista al Corriere dello Sport, De Rossi disse che in Italia avrebbe giocato solo nell’Ostiamare, in alternativa alla Roma! Per la qualità tecnica, morale e fisica, può giocare nella nostra categoria (la Serie D, ndr) per più di un anno. Come i contratti di una volta, dove i giocatori arrivavano a 46/47 anni. In Inghilterra un calciatore arrivò a 50. Daniele potrebbe batterli tutti».

Che contratto potreste fargli?
«L’aspetto economico non ha alcun senso, è solo questione di passione. Il giorno che deciderà di smettere con il calcio professionistico, e volesse accedere ad una vita più tranquilla, noi siamo aperti. Possiamo garantire un abbonamento ai migliori ristoranti di Ostia».

De Rossi nelle vesti di giocatore-allenatore?
«Daniele farà una grande carriera, anche se lo conosco marginalmente. Però mi sembra una persona con il cervello, e nel mondo del Calcio non ce ne sono tantissimi. Forse non tutti lo sanno ma Daniele gioca con due parastinchi che raffigurano uno la Roma e l’altro l’Ostiamare. Lui ha detto che l’ultima squadra in cui avrebbe giocato sarebbe stata l’Ostiamare. Noi teniamo aperta la segreteria, 24 ore su 24, se viene!».

Non ha trovato un po’ strano il modo di “abbandonare” la Roma, di De Rossi?
«Ho difficoltà a pensare che non abbiano una capacità di comunicazione migliore. Mi sembra strano che gli abbiano detto martedì se volesse rinnovare. Lui è un giocatore a cui si chiede "quanti anni vuoi di contratto? Uno, due?”. Glielo dici prima: così, si fanno le cose. Difficile, però, parlare dal di fuori».

Conte stravede per lui: andrà all'Inter?
«Secondo me non ci va. Non credo vada ad un’altra squadra italiana, per rispetto della Roma. Non ho informazioni dirette ma credo che Daniele non solo due anni fa, abbia avuto sirene, per andare da qualche altra parte. Si parlava anche del Real Madrid, qualche anno fa».

Parafrasando il titolo di una celebre pellicola del periodo del Neorealismo potremmo titolare, in favore di Daniele De Rossi “Ostia città aperta”?
«Sempre».

Cosa possiamo inserire nel contratto: allenatore, calciatore?
«Anche socio».

Cosa possiamo aggiungere?
«Ostia, una qualità di vita superiore. Pensiamo che De Rossi, quando andò in Brasile e in giro per il Mondo, ha detto che…“E’ Meglio di Copacabana!” Forse anche questa cosa non la sanno in moltissimi: pur di restare ad Ostia, Daniele De Rossi è passato al Calcio professionistico qualche anno dopo. A 15/16 anni, anziché 12/13, per restare con gli amici. Il pesce odora dalla testa, stavolta nel senso buono…: vuol dire che ha una buona famiglia, alle spalle».


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