Loris Boni: "In momenti di difficoltà i giocatori devono fare gruppo, Sabatini? Ci ho giocato insieme, era simile a Menez"
Fonte: AS Roma match program
Il doppio ex di Roma e Sassuolo, Loris Boni, ha parlato della prossima sfida che vedrà impegnate le sue vecchie squadre. Ecco le parole sull'AS Roma match prgram:
Dopo Inter-Roma, sul suo profilo Facebook, ha pubblicato un post paragonando questo momento difficile della squadra giallorossa con un altro vissuto da lei in passato. «Una volta tra mille difficoltà incontrate in una stagione sfortunata ci rendemmo conto che eravano noi a scendere in campo. Guardarsi in faccia a discapito di stupidi problemi e inutili rivalità», i passi salienti del suo pensiero. A che periodo si riferiva?
“Alla stagione ’78-’79, quando iniziammo il campionato con Giagnoni e poi subentrarono Valcareggi e Bravi. Lottammo per la salvezza fino alla penultima giornata con l’Atalanta, ma poi riuscimmo a mantenere la categoria grazie a un gol di Pruzzo. Il senso del mio discorso è molto semplice: ora tocca ai giocatori fare quel qualcosa in più per portare a casa il secondo posto e chiudere in modo positivo il campionato. Come accadde alla mia Roma allora, i ragazzi devono essere bravi a uscirne fuori. Sono loro l’ago della bilancia, sono loro che devono trovare la soluzione”.
La soluzione si può trovare giocando subito, mercoledì sera contro il Sassuolo.
“Già, è una fortuna scendere subito in campo dopo una sconfitta. Con il Sassuolo sarà una partita difficilissima, ma non per l’avversario. Ora tutte le formazioni che giocheranno contro la Roma saranno complicate da affrontare perché ora tutti sono a conoscenza della difficoltà della squadra di Garcia. Ma sono sicuro che questi calciatori sanno come tornare presto in carreggiata”.
Che ha significato per lei vestire la maglia della Roma?
“Una cosa grandissima. Ebbi un infortunio, quindi non sono riuscito sempre a dare quello che volevo, ma in ogni caso resta il ricordo di un’esperienza bellissima, Roma ha rappresentato la mia scuola superiore dopo aver fatto elementari e medie con la Sampdoria”.
E con i tifosi che rapporto aveva?
“Di grande sincerità e rispetto. Mi scrivono ancora oggi su Facebook e io rispondo loro con piacere. A volte dovrebbero avere quel po’ di equilibrio in più, soprattutto nel non drammatizzare troppo nei momenti negativi”.
Un suo compagno di squadra nella Roma 1976-1977 era un certo Sabatini.
“Walter era un talentuoso, un tipo particolare, con un pizzico di follia. Gli piaceva molto giocare con il pallone, ma talvolta era troppo solista. Per certi versi era paragonabile per caratteristiche tecniche e caratteriali all’attuale Menez”.
Di Bartolomei, invece?
“Non voglio sprecare troppe parole per il grande Agostino. Ha lasciato un vuoto incolmabile nel calcio. Se fosse ancora in vita, ora sarebbe stato di aiuto per questa Roma. Avrebbe meritato di lavorare come dirigente nella sua società, quella a cui ha dedicato la vita”.
Ha allenato il Sassuolo nel corso della stagione ’97-’98, cosa ricorda di quel periodo?
“Rimasi sei mesi, poi nacquero alcuni dissapori con il direttore sportivo di allora. Mi vennero contestati i risultati ottenuti con una squadra di ottimo livello, vista la categoria. Non feci male, anzi. Me ne andai che la squadra era terza in classifica. Arrivò seconda e si qualificò per uno spareggio promozione, ma alla fine perse”.
Era una società molto diversa da quella attuale?
“Non giocava in Serie A, però già allora stavano ponendo le basi per arrivare ai livelli attuali. Molti industriali della zona già allora giravano intorno alla squadra per renderla più forti. E oggi eccoli qui, per il secondo anno consecutivo nel massimo campionato, praticamente già salvi per il prossimo”.
Dunque, per chi tifa mercoledì?
“Non ho dubbi: la Roma”.