Male la prima, Enrique: "Roma rialzati"
Fonte: Lorenzo Serafini - Paesesera.it
Il Cagliari mette in luce le profonde fragilità della nuova Roma, che adesso è chiamata a vincere per non sprofondare in una crisi durissima.
La nuova Roma a stelle strisce regala vecchi dispiaceri ai quasi 45 mila dell’Olimpico. Nella prima uscita stagionale, gli uomini di Luis Enrique si fanno battere per 1-2 dal Cagliari, pericoloso per l’arco di tutta la partita in sole quattro occasioni, due decisive. Se non fosse arrivato il gol beffa di De Rossi sul triplice fischio, il passivo sarebbe ancor più duro da digerire. Squadra fisicamente non al top, manovra lentissima, attaccanti macchinosi e poco concreti sotto porta (vedi Osvaldo). Che la rivoluzione tattica richieda tempo lo si sapeva, che vi fosse la necessità di mettere in conto così tanti passi falsi, forse nessuno se lo aspettava. Tre uscite ufficiali, due sconfitte e un pareggio (inutile); due gol segnati, quattro subiti. I numeri sono impietosi, Luis Enrique è già sulla graticola, ma dagli states arrivano parole rassicuranti: «Ho apprezzato i progressi fatti dalla squadra e spero che il lavoro che tutti stanno facendo - giocatori, allenatore e società - presto dia i suoi frutti anche in termini di risultati». Parola di Thomas Richard Di Benedetto, che i ben informati assicurano non aver preso benissimo l’ennesima sconfitta.
De Rossi realista – Nel dopo gara, il primo a presentarsi davanti ai microfoni è stato “capitan futuro”. Capelli ancora umidi, faccia imbronciata, non tantissima voglia di parlare, ma analisi lucida della situazione. “L'identità la squadra ce l'ha, l'impostazione anche, manca un pizzico di concretezza, anzi un bel po' di concretezza. Arriviamo sempre a un passo dal gol ma non facciamo. Bisogna anche avere una mentalità vincente”. Le situazioni pericolose non sono mancate alla Roma per arrivare in gol: 9 tiri in porta, 8 occasioni da gol. "Siamo arrivati 15 volte in area senza far male. Manca un pò di cinismo, di esperienza. La partita l'abbiamo fatta noi". Nessuna novità però sul rinnovo del vice capitano giallorosso: “Non c'è neanche bisogno di parlarne giorno dopo giorno. Ci saranno degli incontri, non so quando ma ora non penso al contratto”.
Calma asturiana – E’ un Luis Enrique incredibilmente sereno quello che si è presentato in sala stampa nel dopo partita. Incalzato senza troppa malizia e cattiveria dai giornalisti, si è detto lui il primo colpevole di questa sconfitta, e ha chiesto ancora tempo per la sua squadra. “Dobbiamo cambiare una maniera di giocare quindi è normale che stiamo lavorando anche su questo aspetto. Tuttavia sono ottimista, c’è mancato il gol ma stiamo lavorando nella giusta direzione”. Gol che non è arrivato malgrado la girandola di attaccanti scesi in campo. “Ho 6-7 attaccanti di ottimo livello: Osvaldo, Borini, Borriello e lo stesso Totti. Senza contare Lamela. Sono ottimista e segneremo molti gol perché è nelle corde di questa squadra”. Luis Enrique non ha però dubbi sulla qualità degli interpreti, e sulla loro adattabilità al suo nuovo calcio. “Questi sono i giocatori che ho a disposizione. La squadra che ho è per me la migliore. Sono questi i calciatori che devo migliorare a livello individuale e collettivo. E’ evidente che più veloce saremo più avremo azioni da gol. Non si può cambiare tutto in poche settimane, non so quanto ci vorrà. Spero che sia già dalla prossima settimana. Nonostante il caldo ho visto una totale predisposizione dei miei giocatori fino all’ultimo minuto e il pubblico si è accorto di questo. Speriamo di alzarci e speriamo di farlo a Milano”. La soluzione per far punti contro l’Inter? Molto semplice. “Lavoro, non c’è un altro modo. Dobbiamo rialzarci portando con orgoglio la maglia della Roma. Dobbiamo rialzarci dopo esser caduti migliorando in ogni aspetto”.