Mantovani: "A Giampaolo consiglio una tappa intermedia, Roma è una piazza difficile"
L'ex presidente della Sampdoria, Enrico Mantovani, è intervenuto ai microfoni di Teleradiostereo.
Qual è il ricordo legato a quell’epopea del calcio sampdoriano?
"Avendola vissuta come figlio del Presidente, fu una grande gioia. Ricordo con piacere la prima Coppa Italia, eravamo entrati nel calcio che contava e ci siamo rimasti per un po’ di tempo. Con papà abbiamo vinto tanti trofei, ma lui ha vinto pure la Coppa Italia del 1994, anche se lui non c’era più, ma vincemmo quel trofeo grazie alla sua squadra. Abbiamo avuto giocatori molto forti, come Pagliuca, Lombardo, Mancini, poi prendemmo Seedorf, Karembeu, Montella, insomma in quegli anni ci divertimmo parecchio".
Avete avuto anche Cerezo, che ricordo ha di lui?
"Lo vedo spesso e mi sembra sempre uguale. Ricordo la sua professionalità, il suo sorriso, per noi il suo arrivo fu un gioiello, portò alla Samp gioia ed allegria".
In cosa è migliorato e e in cosa è peggiorato il calcio italiano?
"Mi servirebbe un’ora… Il calcio è cambiato, ma come tutto il mondo che ci circonda. La tecnologia ha portato dei cambiamenti, ma le cose vanno avanti col bello e il brutto".
Ci sono aspetti in comune tra suo padre e Dino Viola?
"Entrambi hanno portato una mentalità vincente nel proprio club. Non ho conosciuto bene il presidente Viola, però me ne parlava papà, so che c’era una grande stima con Viola. Ho un ricordo bellissimo dei tifosi della Roma: quando mio padre ci lasciò, la prima partita che giocammo fu proprio contro la Roma ed i tifosi giallorosso esposero uno striscione bellissimo per mio papà. Fu un momento toccante, ancora oggi mi emozion"o.
Che sta succedendo alla Samp? La proprietà blucerchiata potrebbe cambiare a breve?
"Ci sono delle trattative, è abbastanza accertato, che siano vicini alla conclusione non lo so. Credo che sarebbe un ottimo affare. Se ho sentito Vialli? Lo sento per altre cose, per quanto riguarda questa situazione sicuramente ho fatto dei commenti su Twitter, ma non ho parlato di cose perché me lo diceva Gianluca, ma perché ho delle fonti diverse".
Vedrebbe bene Giampaolo alla Roma?
"È il mio allenatore preferito e vederlo alla Roma mi darebbe fastidio, perché la Samp perderebbe un grande tecnico. Ha fatto un grande lavoro a Genova, la squadra lo segue, gioca un bellissimo calcio. Roma è una piazza difficile, se deve andare via gli consiglierei di fare un’altra tappa intermedia, perché Roma è una piazza tosta, ha vinto Capello che aveva delle caratteristiche ben precise".
Cosa manca a Patrik Schick? Sta subendo la pressione della città?
"Io l’ho visto, non posso giudicarlo caratterialmente, ma se fossi stato il presidente della Roma, lo avrei preso immediatamente. Schick avrebbe bisogno di continuità per recuperare fiducia in sè stesso, perché il ragazzo ha talento da vendere e da noi lo ha dimostrato".
Cosa deve succedere da qui ai prossimi anni per rivedere una storia come quella della Samp o è un’utopia?
"È difficilissimo a prescindere, per una Samp, ma non è cosi per la Roma. Il Leicester ha vinto in Inghilterra, ma quello di cui che abbiamo bisogno è un cambiamento dirigenziale nel nostro calcio, siamo 20 anni indietro. Noi non possiamo essere una nazione seria nel mondo del calcio, con il 90% dei club che non sono proprietari dei propri impianti. In Paesi civilizzati, non si bloccano progetti importanti per la costruzioni di nuovi stadi, è impensabile. Ci vuole la volontà politica, mi sorprende che la politica non cavalchi la possibilità di cambiare il calcio, perché l’introito italiano proveniente dal calcio è enorme e potrebbe essere più alto. E’ un valore che non è sfruttato, non bisogna essere dei geni, basta copiare quello che sta succedendo altrove da 20 anni a questa parte".