Marchese: "Stadio? I Sensi volevano bruciare le tappe, la legge sugli stadi è indispensabile"
Fonte: Radio Ies - "La città nel pallone"
Cino Marchese, ex presidente I.M.G. Italia ed esperto in comunicazione sportiva, è intervenuto ai microfoni de “La città nel pallone” sulle frequenze di Radio Ies, per un giudizio tecnico sulla questione stadi. Ecco le sue dichiarazioni:
Analisi tecniche dietro alla costruzione di uno stadio?
“Senza dubbio i tempi sono cambiati, oggi c’è una più chiara visione di quello che si deve fare. Uno stadio di ultima generazione richiede una ricerca specifica per capire bene cosa il pubblico di quella città vuole avere. Ogni stadio deve essere fatto su misura per la latitudine, per la tifoseria e per come dovrebbero essere gestite le cose. Non è una cosa semplice”.
In Inghilterra la F.A. rischiò di fallire…
“Intervenne la I.S.G., una società satellite della I.M.G., che si occupava di commercializzare la fascia migliore degli stadi. Poi si è distaccata ed ha continuato il cammino per conto suo. E’ stata già coinvolta con la Roma, poi si è arrivati ad una situazione di stallo. Io sono ancora un loro collaboratore e ci terremmo a lavorare ancora con la Roma. Recentemente ho parlato con Fenucci e con Baldini e dovremmo avere presto un appuntamento per vedere se è possibile rilanciare questo discorso”.
C’è un progetto in divenire con la Roma?
“Ai tempi di Franco Sensi c’era una situazione padronale precisa, c’era una famiglia padrona della società e noi avevamo un ottimo rapporto con loro, ma anche lì si sono volute bruciare le tappe e fare un progetto che secondo me non va bene. Il modello da adattare ad uno stadio moderno deve essere studiato a tavolino in maniera appropriata che possa dare quei risultati che tutti si aspettano. Il vero motore è il coinvolgimento delle aziende, con contratti a lungo termine che possano generare dei ricavi. In Italia non siamo un paese in grado di capire bene il merchandising. Lo stadio nuovo della Roma ha dal 18% al 20 % dei posti di prima qualità che sono quelli che portano denaro vero”.
Conosce il Cashman & Wakefield?
“Sono una grossa società immobiliare americana che non c'entra niente con quello che facciamo noi. Ho parlato proprio oggi con Claudio Barbaro, che è il relatore della nuova legge sugli stadi, che ha avuto dei rinvii per le vicende della politica italiana. Questa legge è indispensabile perché ti da la possibilità di uno sfruttamento immobiliare adeguato senza fare cose da megalomani”.
Zona più adatta alla costruzione?
“Roma, con il raccordo anulare che verrà ampliato, è abbastanza raggiungibile in tutte le sue latitudini. Noi scartammo Tor di Valle perché c’era troppo roba da quelle parti, ma in generale tutte le zone sono buone. Gli esperti ora stanno vagliando la migliore zona da sfruttare per creare un nuovo linking di attività nella zona. Il Casilino era ottimo e l’Aurelia non era la più brutta”.
Dopo ci sarà una sorta di bando di concorso…
“Bisogna andare piano, ma la società che ha ingaggiato la Roma conosce il mestiere e conosce quello che si deve fare in questi casi. Non bisogna creare prima un aspettativa per poi pagare di più i terreni. Devono individuare una zona cercando di pagarla il meno possibile per creare le migliori premesse per uno sfruttamento immobiliare dopo. Poi interverremo noi e penso che il concetto di proprietà degli stadi è un concetto moderno che devono tutti avere”.