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Masitto: "Zaniolo, che doti. Ma all'inizio faceva il minimo"

di Gabriele Chiocchio

È certamente uno dei giocatori del momento. Col suo gol contro il Sassuolo, mercoledì scorso Zaniolo ha ancor più attirato le attenzioni su di sè. Per capire ancora meglio le caratteristiche di questo calciatore e soprattutto per ricavare qualche curiosità su di lui, Tuttomercatoweb ha contattato uno dei suoi allenatori nel settore giovanile della Fiorentina (giocava negli Allievi). A guidare i viola c'era Cristiano Masitto, ex calciatore di Cesena, Lucchese e Fiorentina: "La speranza di un allenatore è sempre quella di vedere un ragazzo che possa esplodere, si vedeva subito che aveva grandi qualità anche se aveva una fame un po'... acerba. Andava seguito quotidianamente sulla cultura del lavoro. Credo che alla fine i due anni alla Fiorentina siano stati per lui i più importanti sotto questo aspetto".

Quando parla di cultura del lavoro a che cosa si riferisce?
"Spesso i giovani hanno qualità e si intravede per loro un possibile futuro importante. A livello di mentalità però occorre essere sempre atleti, con la testa sul campo. A volte i ragazzi sono spensierati e quelli con più qualità fanno cose superficiali mentre noi allenatori vediamo margini di miglioramento e spingiamo sull'acceleratore. Vi posso raccontare che chiaramente vidi subito le sue possibilità e le sue qualità ma lui faceva il minimo indispensabile, quasi che volesse sfidarmi. Nelle prime cinque gare, con me Zaniolo fece zero minuti. Volevo abituarlo a dare il massimo, alla Fiorentina del resto si lavora così per strutturare un giovane a crescere".

Zaniolo aveva ed ha un carattere più forte rispetto agli altri?
"Era più esuberante degli altri ed è diventata poi la sua forza. Noi abbiamo cercato di portarlo sulla mentalità del lavoro, un percorso che ha continuato con l'Entella, l'Inter e la Roma. Nessuno alla fine gli ha regalato nulla".


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