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Mondiali: non si placa la polemica sul pallone "Jabulani"

di Emanuele Melfi

Il portiere brasiliano Julio Cesar lo ha definito una pallone da supermercato, il collega cileno Claudio Bravo lo userebbe per il beach volley, per l'attaccante azzurro Giampaolo Pazzini è semplicemente « un disastro»: non supera la 'prova-calciatori' la nuova sfera mondiale lanciata in pompa magna a dicembre 2009 e battezzata 'Jabulani', parola che in lingua zulu significa festeggiamenti. Sulla carta il pallone per il Sudafrica è stato studiato per offrire prestazioni eccezionali, con l'ambizione di voler essere il più rotondo di sempre. Il disegno ricorda lo stadio in cui verrà disputata la finale; è realizzato con 11 colori ed è composto da solo 8 pannelli termosaldati e precedentemente modellati in forma sferica. Secondo i suoi ideatori, il nuovo profilo denominato 'grip 'n groove' avrebbe dovuto garantire un livello di equilibrio e stabilità eccezionale per migliorare la precisione nei tiri e un controllo perfetto in tutte le condizioni di gioco. Insomma, doveva essere la palla perfetta: non la pensano così i giocatori dopo averlo provato e così sono arrivate sonore bocciature. «È orribile, da far paura. Sembra uno di quei palloni a buon mercato - dice Julio Cesar - che si comprano al supermarket». Altri portieri avevano già criticato la leggerezza di Jabulani, l'interista però è stato più duro, anche perchè ritiene che si tratti dell'ennesima evoluzione per facilitare i gol, ai danni dei portieri: «Quello che tutti vogliono vedere sono i gol, e chi ne fa le spese sono i portieri: certo nessuno ci ha obbligati a scegliere questa professione». È d'accordo con lui il collega della Roja Claudio Bravo: «È un pallone che sembra fatto per complicare la vita dei portieri. È troppo leggero, più adatto al beach volley». Numeri 1 sul piede di guerra, ma non solo loro. Anche Pazzini - che i gol dovrebbe farli - non ha dubbi: il nuovo pallone è davvero un disastro.«'Rinvola' sempre - spiega dal ritiro della nazionale, usando un toscanismo - Non è un problema solo per i portieri, anche per noi attaccanti: arriva un cross, tu lo 'battezzi' di testa, poi il pallone si sposta di mezzo metro e finisce che lo lisci...».


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