Olimpico vuoto, Avv. Contucci: "Non è disamore, ma paura delle multe. Auspico che la Roma possa giocare a Rieti o a Terni"
L'avvocato Lorenzo Contucci è tornato a parlare della desolante situazione legata alla sempre meno numerosa presenza di tifosi all'Olimpico. Queste le sue parole a forzaroma.info: “Allo stadio ci si va se ci si diverte. Se devo vedere, anche peggio per via della visuale, quello che vedo in TV a un decimo del costo, sto a casa. In particolare il colpo di grazia lo ha dato la Questura di Roma con l’introduzione delle barriere in curva, con le multe mirate ai soli tifosi di quel settore, con le perquisizioni ossessive e, più in generale, introducendo un sistema che fa percepire la curva come inospitale. Per fare il tifo bisogna essere liberi: non certo di delinquere, ma neanche si può essere terrorizzati con multe ridicole che, alla seconda contestazione, fanno scattare il daspo, che comporta seri problemi sul lavoro. Ed infatti i tifosi più appassionati la seguono massicciamente in trasferta: non è disamore, è paura di essere sanzionati per non essere al proprio posto o appoggiati a una balaustra”.
Ci sarebbero delle iniziative da adottare non ancora usate per far tornare più spettatori?
“Più che altro, bisognerebbe eliminare le iniziative adottate, introdotte con presupposti falsi. Chi va allo stadio, anche lo spettatore di Tribuna, vuole che ci sia l’atmosfera e non il silenzio. La soluzione è quindi semplice: smetterla con le multe a chi vuole solo fare il tifo e nel caso cambiare il regolamento d’uso dello Stadio Olimpico, togliere le barriere perché introdotte su presupposti falsi, vale a dire gli scavalcamenti, consentire di fare entrare il materiale da tifo senza dover chiedere autorizzazioni preventive più complicate di un mutuo. Bastano i controlli all’ingresso per dire cosa può o non può entrare. Sotto altro aspetto, ritengo che 35 euro per una curva come quella dell’Olimpico siano esagerati”.
La dirigenza della Roma ha colpe su questo?
“Hanno la contezza del problema: a nessuno piace avere 27.000 spettatori silenziosi quando 3 anni fa ce n’erano 50.000 indemoniati. Probabilmente nella fase iniziale non si sono resi conto dell’ampiezza del problema che non riguardava poche centinaia di tifosi, ma alcune migliaia. La frase di Pallotta sui fucking idiots ha dato il via alla desertificazione che probabilmente la Roma non si aspettava. Le recenti affermazioni di Baldissoni e De Rossi riaggiustano le cose, ma dice bene Daniele: tutti i giocatori, specie quelli più rappresentativi, devono fare di più anche solo con una dichiarazione. Perché quello che sta accadendo è un’ingiustizia che ha distrutto ciò che la Roma aveva di più prezioso e per la quale era conosciuta nel mondo: la Curva Sud”.
Secondo Lei l’idea di andare a giocare in un altro stadio è stata esclusivamente forzatura da parte di Baldissoni?
“È una provocazione che può diventare realtà, ma senz’altro per questa stagione non sarebbe possibile. Però, se solamente a Roma vi è un problema di applicazione ottusa e ferrea di norme che pur esistendo dal 2007 si riscoprono solo nel 2015 e sono semplicemente ridicole anche sotto il profilo della safety, posso auspicare che la Roma in futuro possa giocare a Rieti o a Terni. Con tutto il rispetto per qualsiasi spettatore, i 2000 di Torino non hanno tempo di fischiare o mugugnare a un passaggio sbagliato. Sono troppo impegnati a sostenere la Roma e non vedono l’ora di potere tornare ma, al momento – per vie delle nuove multe comminate – sembra non ci siano le condizioni”.