.

Orlando: "Stadi aperti a 1.000 persone? È un contentino". AUDIO!

di Marco Rossi Mercanti

L'ex difensore Alessandro Orlando ha parlato a TMW Radio, intervenendo nel corso della trasmissione Stadio Aperto: "Per la prima volta ho avuto la proposta di allenare una squadra giovanile qui a Udine, la Donatello, famosa per la crescita dei ragazzi. Alle spalle abbiamo l'Inter come società di riferimento: perché sia così hanno lavorato bene. Io ho in mano la squadra degli Allievi Regionali 2004, vediamo come procede. Per quanto mi riguarda è tutto nuovo, per adesso va bene. La sosta per il lockdown è stata una mazzata enorme per i livelli più bassi, rimasti bloccati. Vedo che i ragazzi fisicamente soffrano molto tutti questi mesi in cui sono rimasti fermi".

Come lo vedrebbe Luca Pellegrini sulla fascia sinistra della Fiorentina con Biraghi?
"Già un paio d'anni fa dicevo che Biraghi era tra i migliori italiani in prospettiva. Mi è sempre piaciuto parecchio anche Spinazzola che può giocare sia a destra che a sinistra, e gli ho visto fare partite importanti. Biraghi sta crescendo e può essere il dominatore di quella fascia lì. Pellegrini non lo conosco così bene, ma sarebbe un ragazzo in gamba e una sicurezza in quel reparto per le ambizioni della Fiorentina".

Il Milan può lottare per la Champions?
"Il post-Covid è stato un periodo falsato, sia nel bene che nel male. Penso ad esempio al calo della Lazio, che prima del virus andava a mille ed era l'antagonista della Juventus. Il Milan è stato bravo ad approfittare di quanto successo alle altre squadre e ha portato a casa parecchi punti, con prestazioni importanti. È una base di partenza: per capire cosa potranno fare quest'anno, servirà attendere almeno il periodo natalizio. Sulla carta si è rinforzato, seppure non in maniera esponenziale. La forza sta nell'aver mantenuto un'ossatura già consolidata, partendo da Pioli e da Ibrahimovic. I nuovi, Tonali su tutti, dovranno dimostrare di essere da Milan. L'importante è che la società sappia aspettarlo senza dargli sin da subito troppe responsabilità: è uno dei più interessanti per il centrocampo".

Cosa ne pensa degli stadi aperti a 1000 persone?
"Che ci sono sempre i raccomandati (ride, ndr). È un contentino... A parte che non si sentono, ma poi non capisco il nesso. Non dico di riempire metà stadi, ma se hai uno stadio da 30mila non capisco perché non si possa arrivare anche a 10mila. Non so dove vogliamo arrivare: se deve essere un punto di partenza, comunque, lo prendo per buono".

Come l'ha vista la prima Juventus di Pirlo?
"Sono rimasto favorevolmente sorpreso dall'atteggiamento generale della Juve. Una squadra ordinata, anche se una partita non fa testo: la cosa che comunque mi è piaciuta di più, è stata vedere un gruppo che sapeva cosa voleva, in cui tutti si sono dati una mano. Prima non era così: ho visto un nuovo entusiasmo, un nuovo spirito. Su questo la mano di Pirlo si vede".

Kulusevski le è piaciuto?
"Posso garantire che la giocata sul gol non è facile: la sicurezza che ha mostrato nei propri mezzi lascia sbalorditi. Fin qui l'abbiamo visto segnare più di potenza, mentre questo tocco così mirato è stato qualcosa in più. Era però un po' fuori dal gioco nel complesso: se questi saranno ruolo e modulo, Pirlo ancora deve lavorarci".

Che campionato farà l'Udinese? Devono trattenere a prescindere de Paul?
"Non si capisce cosa stiano facendo né cosa pensino di fare: la situazione è enigmatica, ed il mercato lo conferma. Su De Paul dico che conosciamo benissimo i Pozzo, gestiscono il club come un'azienda e questa cosa gli ha portato rispetto e riconoscimenti: l'argentino è la punta di diamante della squadra e, conoscendoli, non caleranno neanche un euro le loro richieste. È il loro giocattolo e come tale lo vogliono trattare. Ora però vuole cambiare aria, e sicuramente avrà qualche proposta interessante: sentirsi mettere i bastoni tra le ruote può non far piacere e rischia di essere deleterio. Ultimamente fanno fatica a vendere bene come prima, e il gioiellino che hanno tra le mani se lo tengono stretto".

L'Italia di Mancini può giocare un Europeo da protagonisti?
"A me stanno piacendo tantissimo. Vedo un equilibrio giusto tra personalità, classe ed intelligenza di Mancini nel gestire una banda di ragazzotti come se fosse il loro papà. È una squadra giovane che ha bisogno di fare esperienza, non so se potranno vincere l'Europeo ma sicuramente sarà possibile vedere belle partite e ritrovare un po' d'entusiasmo".


Alessandro Orlando intervistato da Niccolò Ceccarini
Altre notizie
Venerdì 13 dicembre
PUBBLICITÀ