Ottavio Bianchi: "Il mio ricordo del presidente Viola"
Fonte: Calciomercato.it
In vista dell'infinita sfida tra Roma ed Inter, parla l'ex tecnico Ottavio Bianchi che, nel suo passato, si è seduto su entrambe le panchine :"Mi auguro che si parli solamente di calcio e che le due squadre offrano un bellissimo spettacolo che sia in grado di far lievitare la considerazione del nostro calcio in Europa. Le due compagini sono in grado di farlo. Le premesse non sono positive, ma spero che sia solo uno spettacolo di calcio, altrimenti dopo cinque minuti spegnerò il televisore. Dopo domenica sera basta andare in giro per il mondo per capire quale considerazione si abbia nei nostri confronti all'estero: tra scandali, Calciopoli ed altre cose. Di noi si parla quasi sempre negativamente e purtroppo devo ammettere che a volte è anche per colpe nostre. Sicuramente il nostro campionato non è il più bello, ma è il più difficile. Quando si ricasca in certi errori, c'è tuttavia uno scadimento generale".
Prosegue il tecnico parlando più nel dettagliodella partita di stasera : "L'Inter ha raggiunto la sua dimensione, acquisendo una grande maturità. Basta fare un esempio. Nel giorne di qualificazione di Champions i nerazzurri hanno peccato di presunzione, andando ad attaccare il Barcellona in zone sbagliate; in semifinale hanno imparato la lezione, optando per un gioco che possiamo chiamare 'tradizionale', fatto di contropiede, ma che ha dato i suoi frutti. E' una squadra molto difficile da battere. La Roma, a parte lo scivolone di Livorno che secondo me è stato determinante, è tornata a giocare il suo calcio. Un gioco che comporta un grande dispendio energetico, nel quale devono funzionare bene tutti i meccanismi, a differenza dell'Inter, dove se non va bene un giocatore, ce n'è un altro pronto a rimediare. I giallorossi puntanto sugli inserimenti senza palla al momento giusto. Mi aspetto una sfida apertissima, mi auguro senza nervosismi". Ottavio Bianchi vinse la coppa Italia, con la Roma, nel 1991. Ricorda a tal proposito:" Mi fa piacere ricordare la famiglia Viola. Io andai alla Roma per l'ingegner Dino Viola, che è venuto a mancare pochi mesi prima della finale contro la Sampdoria. All'inizio della stagione, il presidente mi chiese una stagione di transizione, da metà classifica in campionato. Invece raggiungemmo due finali, anche quella in Coppa Uefa contro l'Inter. Quando vincemmo la Coppa Italia pensai: "Se ci fosse ancora l'ingegnere, sarebbe molto felice per questa vittoria". Mi piace questo ricordo, il resto fa parte della nostra professione".