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Perinetti: "Schick ha qualità, il suo talento non è scomparso". AUDIO!

di Marco Rossi Mercanti

Il dirigente sportivo Giorgio Perinetti è intervenuto in diretta nel corso di Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio, cominciando dall'Europeo: "Quando c'è una rassegna così importante di spunti se ne cercano sempre. Mi sembra di vedere buoni ritmi, la manifestazione è partita con imprevedibilità: le squadre lottano e corrono, si vedono partite piacevoli".

Schick può ricostruirsi la carriera?
"Per me è un giocatore di grande qualità, partito molto bene da giovane. Lo vidi una volta al Trofeo Gamper, fece due azioni strepitose seminando i giocatori blaugrana: vedevo un talento puro che nasceva. Però è anche un po' difficile da collocare, il ruolo di esterno alto a destra per cui l'ha preso la Roma non mi pareva il suo. Il talento non scompare, con l'esperienza riuscirà a sfruttare meglio le sue qualità".

Sorpreso dall'Italia di Mancini?
"La definirei accattivante. Ha reso l'Italia una squadra di club, c'è spirito, anima, collaborazione. Non sempre le nazionali sono squadre, spesso sono selezioni, per quanto forti. C'è fiducia e quel pizzico di spavalderia importante. Però non è un campionato, ma un torneo: basta sbagliare una partita e sei fuori, ci vuole tanta cautela".

Berardi sarà il Di Natale del Sassuolo?
"La cosa è personale, dovrà essere lui a decidere. Mi pare di capire che abbia spesso preferito la quiete della società che l'ha lanciato, senza seguire il primo squillo di tromba. Ora che ha 27 anni magari è più maturo e pronto per una scelta diversa. Scelta sua".

Cosa pensa farà?
"In una grande squadra sarebbe potuto già andare qualche anno fa... Ora, dopo l'Europeo, se se la sentirà potrà anche fare certe scelte".

Un pensiero per Eriksen.
"Il ragazzo è in un letto d'ospedale, si sta cercando di capire cosa abbia scatenato quel malore. Se potrà continuare a vivere normalmente sarà la prima grande vittoria. Certo, uno pensa a professione e passione ma sono secondarie rispetto al valore della vita. Ora dovrà solo pensare a uscire dal letto d'ospedale, avrà sua moglie e i suoi cari che gli vogliono bene. Se potremo tornare ad applaudirlo anche in campo, felici tutti".

Se l'aspettava la risalita del Venezia?
"Io come unica intuizione ho avuto solo quella di convincere Tacopina a farmi affrontare la Serie D, tra l'altro partendo molto in ritardo. Ci sono poi dei ragazzi presi in C che oggi sono in A, e mi sembra una buona cosa. Dopo di me però il club è andato avanti: quanto hanno fatto quest'anno è meraviglioso, hanno vinto una sfida prendendo un grande allenatore e tanti giovani. Io non ho altri meriti se non quello di aver posato il primo mattoncino tanti anni fa: bravissimi".

Che ne pensa del blasone della Serie C, specie nel girone del sud?
"In effetti sembra un campionato di B, mancando giusto qualche campionato del nord. Ci sono piazze fantastiche, da Palermo fino ai derby della Puglia, da Foggia a Bari. Non dimentichiamoci che sta tornando la vera essenza del calcio, sua maestà il pubblico. Immaginatevi certi stadi pieni...".

Se l'aspettava l'addio di un Conte che ora rimarrà fermo?
"Lui divideva già nel momento in cui è arrivato all'Inter, figuriamoci quando se ne fa. Quando si parla di lui si fa in maniera fin troppo critica, si dicevano cose senza conoscere i problemi delle stanze nerazzurre. Sicuramente è uno schietto, non se l'è sentita di andare avanti con quell'Inter che ha tagliato il progetto inizialmente prospettato. Ci sta, mi pare corretto".

Giusta la scelta di Simone Inzaghi?
"Nel momento in cui c'era da trovare una soluzione è stato trovato lui, giovane ma di grande esperienza. Ha fatto benissimo alla Lazio, sa trasmettere entusiasmo e coinvolge i giocatori. Ottima scelta dell'Inter".

Sarà una Serie A ancora più incerta?
"De Zerbi, andando via, ha detto che gli mancheranno i confronti con questi grandi tecnici. Avremo quasi tutti i migliori allenatori italiani lì a competere".

Che ne pensa di Gattuso alla Fiorentina?
"Penso che abbiano scelto in lui una persona che può fare da guida, da riferimento e che soprattutto è un ottimo allenatore. Io poi a Burdisso ho fatto da esaminatore al corso da ds: tra tutti quelli che ho incontrato, mi è sembrato il più indicato per occupare certi ruoli".

Sarri avrà il giusto tempo alla Lazio?
"Gli allenatori vanno sempre lasciati lavorare, perché trovino quelli più funzionali. Lotito è straordinariamente intelligente, Tare è un ds bravissimo: credo che sappiano lasciar lavorare i tecnici, sennò Inzaghi non sarebbe rimasto 5 anni. Con Sarri si affidano ad un professionista di grande talento".

La Juventus, con le ultime scelte, è tornata sui suoi passi?
"Al momento si ritiene che sia quella la cosa più giusta, poi magari nel tempo puoi tornare sulle scelte. Allegri poi è sempre rimasto legato, aspettando senza andare altrove: è stato richiamato dopo aver aspettato, sa di tornare nell'ambiente giusto. Paratici dopo tanti anni di successi e lavoro insieme ha visto morire la sua esperienza, anche solo per inerzia. Sono stati creati i presupposti per la sua successione con un grande dirigente come Cherubini".


Giorgio Perinetti ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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