Perugia, Santopadre: "Addio Alvini? Il calcio ha perso amore e coerenza. Se mi chiedessero di diventare presidente della Roma, rifiuterei"
Lunga intervista alle colonne de La Nazione per il presidente del Perugia Massimiliano Santopadre. Il numero uno del Grifo è tornato a parlare del cambio in panchina, con l'addio direzione Cremona di Massimiliano Alvini e l'arrivo di Fabrizio Castori:
"La solita vecchia storia, quando te lo vengono a dire hanno già deciso, vengono a fare il pianto greco. Sono situazioni che non accadono solo a noi, più si va avanti e più si perde quella parte del calcio che è amore, orgoglio, passione, coerenza e serietà nel mantenere gli accordi. Da un lato non mi meraviglia, dall’altro invece continuo a restarci male. Però noi siamo il Perugia, questo è quello che dico a chi viene a piangere, che siano allenatori, calciatori, dirigenti. Poi però devono anche aspettarsi le conseguenze, se non ci fosse stata una trattativa con la Cremonese sarebbe stato fermo due anni. Questo deve essere il messaggio chiaro ai naviganti: perché quando si bussa a questa porta prima devono pensarci bene. In bocca al lupo ad Alvini che è andato dietro a qualcosa che oggi pensa sia più importante ma qui poteva essere un eroe. Se oggi mi chiedessero di fare il presidente della Roma, rifiuterei. Non è importante di cosa sia re ma conta esserlo perché al tavolo dei re ti ci siedi comunque. Dato che decido io, io voglio esserlo del Perugia. Aggiungo inoltre che secondo me abbiamo sottovalutato troppo la rosa rispetto a quanto è stato sopravvalutato l’allenatore. Voltiamo pagina, il Perugia calcio non deve aver paura di aver perso Alvini, un tecnico che un anno fa la gente non sapeva neppure chi fosse. Facciamo un in bocca al lupo al nuovo allenatore Castori e a Giannitti che è in giro per le trattative".