Qual è il futuro di questa Roma? Fiorentina e Juve per saperne di più
Basilea-Roma, Lazio-Roma, Roma-Fiorentina, Juventus-Roma. Quattro partite in undici giorni, crocevia della stagione giallorossa, seppur neanche siamo a metà campionato.
Facciamo un passo indietro: prima di Basilea la Roma è in una situazione da thriller, si gioca una buona fetta della qualificazione agli ottavi di finale di Champions League con la testa probabilmente al derby. Ma gli uomini di Ranieri sono stati in grado di espugnare la terra svizzera e tornare in Italia con tre punti vitali per il cammino europeo dei giallorossi; non c’è tempo per gioire, con il derby alle porte. Come accade solitamente, la tensione della gara è notevole, se aggiungiamo la Lazio capoclassifica e la Roma distante dieci punti, il piatto è servito: ma la Roma è riuscita a stupire, non solo per il risultato. Una vittoria contro la Lazio, organico inferiore alle disponibilità della Roma, ci può stare, ci deve stare; ha sorpreso invece l’approccio agonistico, la tenuta mentale di una squadra apparsa “calma” per novanta minuti ed oltre. A dimostrazione di ciò la prestazione di Mexes e De Rossi: mai caduti in provocazione, è una notizia, pronti a tranquillizzare i compagni quando ce n’è stato bisogno ed a caricarli solo nei momenti opportuni.
Derby e gioia annessa da archiviare immediatamente: turno infrasettimanale di campionato, Roma-Fiorentina, tre giorni dopo. Qualche acciacco fisico di troppo, fattore da riconoscere anche agli avversari, rendono la gara particolarmente delicata. C’è da confermare quanto di buono mostrato nei due incontri suddetti: occorre continuità, mentale e di classifica. E la Fiorentina è un avversario arrabbiato almeno quanto la Roma: obiettivi inferiori alla società di Trigoria, quello sì, ma partenza, se possibile, ancora peggiore. Ora, con un Mutu ed un Vargas in più la musica pare stia cambiando: la società ha deciso di tenersi alla larga da sanzioni ai comportamenti extra sportivi del romeno, di conseguenza a totale disposizione di Mihajlovic. La Fiorentina dunque, con i rientri dei suoi due uomini di spicco, è tornata insidiosa nella manovra offensiva: le lacune sono altrove, in un reparto difensivo non rinforzato dalla campagna acquisti ed in un centrocampo falcidiato dagli infortuni, in cui la qualità attualmente è un miraggio. Consigliabile per Ranieri scendere in campo con l’artiglieria pesante: Totti-Borriello-Vucinic, difficilmente la retroguardia viola potrebbe reggere all’urto di questo attacco per novanta minuti.
E tra tre giorni si gioca ancora: è Juve-Roma, mica una partita qualunque! La Juve ha sorpreso gli addetti ai lavori, non nascondiamolo. Ci si attendeva maggiori difficoltà nell’ambientamento di Delneri, soprattutto nel far recepire i suoi dettami tattici all’intero gruppo. Peraltro una squadra letteralmente rivoluzionata dalla spregiudicata campagna acquisti del direttore Marotta. Invece Luigi Delneri è stato abile ad imporre il proprio credo ad una squadra in crisi d’identità, trovando anche un Krasic devastante: occhio, a Milano, contro il Milan, ha vinto meritatamente senza il gioiello serbo. Gara da grandi ambizioni: chi vince punta dritto al primato, non solo per i tre punti ma per l’iniezione di fiducia proveniente dal successo in una gara di tale rilevanza. La partita dell’ex Aquilani, anche. Quel regista che mancava a Vinovo.
Battere la Fiorentina insomma, per salire sul pullman che porterà a Torino con un morale alle stelle. Questa Roma necessita di convinzioni, di alta fiducia nei propri mezzi: la continuità è il miglior ingrediente in merito. Sabato sera sapremo qualcosa in più sui reali propositi della Roma 2010-2011.