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Questa è anche la Roma dei lavoratori

di Guido Zeviani

Ieri sera all'Olimpico, Ranieri ha dato un volto preciso alla squadra, e questa è apparsa più convinta e tatticamente razionale.

Il 4-4-2 non lascia spazio a molti dubbi, tranne per il ruolo di Perrotta: il calabrese non è un vera ala, non ha il passo da dribblatore, ma sa adattarsi grazie alla sua duttilità è al suo straordinario acume tattico.

Ieri ha corso per  tre, si è sempre fatto trovare pronto, sia a tamponare le avanzate di Mesto, sia a gettarsi negli spazi centrali lasciati vuoti dalla disattenta difesa rossoblù; ha contribuito al secondo gol con una serpentina inconsueta, condita da un triangolo con Borriello e da un velo forse non troppo volontario per il tiro vincente e fortunoso di Brighi. Sulla fascia destra ha agito Taddei, che non era al meglio dopo un mese e mezzo di infortunio; il brasiliano ha donato al gruppo equilibrio e aiuto in fase d'interdizione, a dimostrazione dell'importanza di un calciatore di ruolo sull'esterno. A completare le ottime prove a centrocampo, oltre al monumentale Pizarro, che non fa più notizia, c'è Matteo Brighi, calciatore silenzioso, onesto, grande lavoratore e tecnicamente non spregevole, per usare una litote. Il riminese, oltre al gol, ha fatto il ruba-palloni per tutta la partita, stando alle calcagna di Palacio e compagni.

Questa non è solo la Roma di Capitan Totti, del mostruoso Borriello, della "luce" Pizarro, dell'elegante Juan, della "locomotiva" Riise, del sempre presente De Rossi, del talentuoso Menez; è anche la Roma dei galoppatori, infaticabili Perrotta, Brighi e Taddei, componenti irrinunciabili dell'arrugginito motore giallorosso. La loro importanza è un bene quando sono in forma, un male quando non lo sono, e si vede.


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