Ranieri: "Troppi stranieri? I supercampioni come Totti, Del Piero e Di Natale si fanno sempre largo"
Fonte: tuttomercatoweb
Queste le parole di Claudio Ranieri, tecnico dell'Inter ai microfoni di Mediaset Premium: "Milano è una gran bella città, una città che lavora, mi piace. Parlano del traffico caotico, ma io sono allenato: Roma, Londra, Valencia, Madrid, ho sempre vissuto nelle metropoli. Ho lasciato Roma prosegue l'allenatore nerazzurro, ho girato l'Europa e questo mi ha dato moltissimo. Se mi chiedete il motivo dell'affetto immediato dei tifosi nerazzurri nei miei confronti posso solo pensare che sia piaciuto il mio spirito di lavoratore: mi sono messo a testa bassa per sistemare l'Inter. Ho un carattere marcato, dico quello che penso, con il passare degli anni i difetti sono anche peggiorati... Io all'Inter sono arrivato in un momento particolare, ho trovato una squadra sott'acqua, ma anche volontà e senso di appartenenza, non ci stavo a sentire dire che questi giocatori erano vecchi e saggi, ero sereno anche nelle sconfitte perché vedevo come lavoravano. L'allenatore nel calcio di oggi? La bravura del calcio italiano è spiegata anche dai colleghi che lavorano all'estero, la scuola di Coverciano è conosciuta in tutto il mondo e poi c'è l'Università del campionato, se hai fatto bene qui puoi fare bene ovunque".
Troppi calciatori stranieri? "Gli italiani bravi arrivano, i supercampioni si fanno sempre largo, penso a Baggio, Vialli, Totti, Del Piero, Di Natale, decisivo anche per la tranquillità dei compagni che sanno che lui un gol lo farà; Pirlo aveva probabilmente bisogno di cambiare posto e stimoli, la Juventus cercava da tempo un organizzatore. Klose è sempre stato un campione, forse nel Bayern iniziava a giocare meno. Ibrahiomovic ha sempre fatto bene ovunque sia andato. Sneijder? Per noi, è il nostro fiore all'occhiello, deve darci il 120 per cento, non deve essere uno della rosa, ma il nostro condottiero, quello che ci prende per mano e ci porta lontano. Se lo farà anche nel derby per dare la vittoria all'Inter? Non credo che possano esistere favorito nel derby, il derby azzera tutto, bisogna solo prepararlo bene e viverlo meglio in campo. Il primo incontro con Massimo Moratti? L'ho conosciuto nel momento più difficile per la sua squadra, ma l'ho trovato pacato e stimolato, però lo conosco solo da 100 giorni, sono stati intensi, ma ancora pochi. Se ho sentito Mourinho? Ci siamo scritti qualche sms, quando le cose andavano male mi diceva che la squadra sarebbe venuta fuori. Ho detto ai miei calciatori, siamo in forte ritardo, ma io penso sempre al massimo. Se non sei ambizioso non arrivi mai in alto e neppure vicino".