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Roma e Viminale allo scontro per il carnet

di Emanuele Melfi
Fonte: Paese Sera - Lorenzo Serafini

Roma – Qualcosa è davvero cambiato in casa Roma, e lo si può capire da tante e non piccole cose. Da ieri sul trono di Trigoria siede un uomo statunitense di 62 anni, che da oltre 40 anni guadagna nel settore degli investimenti, che è appassionato di baseball, ma anche Charimand del Board della Jefferson Waterman International, una delle più importanti società di relazioni sitituzionali e internazionali di Washington. Thomas Richard DiBenedetto, ieri coopatato consigliere e presidente del Cda della As Roma grazie alle dimissioni di Silvio Rotunno. La nomina dovrà essere adesso essere ratificata il 27 ottobre dall’assemblea degli azionisti. Niente più che una formalità. Ci si accorge che qualcosa è cambiato nel momento in cui Michele Baldi, fedelissimo difensore della vecchia gestione, esce gaudente e sorridente dal Cda inneggiando al nuovo corso. Dopo Baldi è stato l'avvocato Cappelli, presidente uscente, ad esprimere felicità per la nomina di DiBenedetto: “una nuova era è iniziata”. Per ultime, le parole del 22° presidente della storia giallorossa. “È un vero onore per me essere formalmente nominato presidente della AS Roma, una società e una squadra con una storia tanto lunga e gloriosa. Noi continueremo a lavorare intensamente per fare della Roma una squadra di cui i suoi appassionati tifosi possano essere orgogliosi”.

In difesa del carnet – Che qualcosa è cambiato in casa Roma non te ne accorgi solo perchè al timone ora c'è un americano, ma perchè c'è una voglia di difendere i propri diritti, le proprie scelte, che prima si era persa nei corridoi della politica. La Roma a campionato in corso aveva cercato di proporre un carnet di 16 biglietti elettronici delle partite in casa. Una scorciatoio per i tifosi, per evitare di comprare al dettaglio i biglietti per i match casalinghi, acquistandoli invece tutti insieme. Dall'Osservatorio per le Manifestazioni Sportive, il giorno prima della messa in vendita, era arrivato un “no” per prendere tempo ed evitare la vendita, chiedendo tempo per analizzare meglio l'iniziativa della società. Lunedì era arrivato anche l'attacco da parte del Ministro dell’Interno , accusandola di aver messo in atto«un’iniziativa autonoma senza informarci». Secondo Maroni, il carnet di 16 partite acquistabile da tutti, soprattutto dai non tesserati, «non è coerente con il protocollo di legalità». La nuova società giallorossa ha deciso di non piegarsi, di non accettare (come accadeva in passato) che si passi sopra i propri tifosi, che si possa venir presi in giro in questo modo. La risposta è arrivata direttamente dal Cda di ieri, con un comunicato dai tratti quasi ironici, ma che rivela un finale deciso e aggressivo. “(...)il Consiglio di AS Roma ha ribadito che l'iniziativa assunta in merito al cosiddetto "special card 16 gare", come già dalla società ampiamente illustrato in diverse occasioni, rispetta tutti i requisiti di sicurezza e organizzativi caratteristici del programma "Tessera del Tifoso", nonché tutte le norme inerenti al tema.
L'iniziativa, benché descritta ed elaborata anche attraverso numerosi incontri con tutti gli organi competenti, tra cui l'Osservatorio, la Questura, l'Ufficio del Ministro degli Interni, risulta essere ancora oggetto di approfondimenti ritenuti necessari da parte dell'Osservatorio”. La Roma non solo illustra come tutto, nell'iniziativa, rispetti le norme ma inoltre come l'iniziativa sia stata spiegata più e più volte alle istituzioni competenti. In sostanza,, la scusa del “non abbiamo capito” viene totalmente smontata. E visto che alla nuova società non piace essere presi in giro, la risposta ad un ulteriore diniego è molto chiara. “Nell’ipotesi in cui, nonostante i successivi chiarimenti, l’iniziativa non venisse recepita, l’AS Roma si vedrebbe costretta a riconsiderare drasticamente la strategia di fidelizzazione alla base del programma "Tessera del Tifoso" “. Ciò significa che la Roma è pronta a svuotare di privilegi la propria tessera del tifoso, rendendola ancor meno appetibile per i tifosi.


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