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Sampdoria, Bertelli: "Spero che la stagione possa riprendere. Basterebbero due-tre settimane di allenamento"

di Gabriele Chiocchio

Paolo Bertelli, ex preparatore atletico della Roma, ora alla Sampdoria, ha parlato della situazione dei campionati fermi e non solo ai microfoni di Radio Radio: “Adesso sono a Firenze, a casa mia, con un bel giardino dove prendere un po’ d’aria. Ho dovuto fare 14 giorni di isolamento perché abbiamo avuto dei casi di positività nella Samp, la società dove lavoro. Studio un po’, mi dedico alla lettura. Non mi informo troppo e cerco di essere il più calmo possibile. Stiamo aspettando che le cose migliorino”.

Dopo un’inattività come questa, così lunga, di quanti giorni ha bisogno un calciatore per tornare in una condizione ottimale?
“Molto dipenderà da quanto ci sarà poi da giocare. Se si dovrà finire il campionato attuale potrebbero bastare due o tre settimane di allenamento per riprendere la forma. Questa sosta potrebbe essere più lunga, ma tutto dipenderà da cosa dovremmo fare quando si ricomincerà a giocare”.

C’è stato qualcosa di sbagliato in questo Coronavirus mondiale? Che periodo sarà alla Samp quando tornerete a lavorare?
“Fare tutto giusto sia tutto difficile quando si pensa a un evento come questo, un qualcosa che non si è mai verificato. E’ un work in progress, ogni giorno qualcosa di diverso. Non vedo l’ora di riprendere a lavorare, ma è un’incognita al momento”.

Cosa sta facendo fare ai suoi ragazzi?
“Abbiamo due gruppi. Chi è uscito dalla positività che ha svolto solo delle attività di base. Agli altri abbiamo fornito delle speed bike e degli elastici per mantenere il tono muscolare”.

Per quel che riguarda l’alimentazione?
“C’è il nostro nutrizionista Davide Tonelli che li sta seguendo. Ognuno reagisce diversamente a questo periodo di inattività”.

Esiste una differenza di lavoro tra la Premier e il campionato italiano?
“C’è un aspetto culturale completamente diverso. In Inghilterra il calcio è visto come sport di contatto, meno tattica e più uno contro uno. Meno accortezze tattiche rispetto all’Italia insomma. Qui giochiamo 10 contro 10, mentre in Inghilterra ci sono dieci 1 contro 1. Questo ho detto in una lezione che ho fatto a Genova poco fa. Per questo gli allenamenti sono diversi, più intensi e più corti, dove i calciatori preferiscono il gioco alla tattica”.

Quindi l’intensità dell’allenamento porta a una prestazione superiore?
“Sì, in Premier l’intensità è maggiore e per giocare lì o devi avere qualità tecniche o qualità fisiche superiori rispetto alla media italiana. Lì ogni squadra ha calciatori fisicamente fortissimi. Quello che mi ha impressionato di più è stato Kante, un calciatore con una resistenza e un’intensità di molto superiore alla media”.

Lei ha lavorato con Spalletti, Ranieri, Sarri e Conte. Chi è il più bravo degli allenatori con cui ha lavorato negli ultimi anni?
“Tutti e quattro hanno vinto qualcosa. Sono dei perfezionisti e che cercano con il lavoro di migliorarsi. Ranieri è quello che ha avuto più esperienze, quindi è quello che ha avuto modo di confrontarsi di più”.

E’ previsto che vengano fatti screening ulteriori ai calciatori per quel che riguarda il COVID-19?
“I medici sportivi si sono riuniti e stanno lavorando per vedere se ci sono da adottare delle visite di idoneità. Andrà valutato questo e, da quello che ho visto sui nostri positivi alla Sampdoria, ogni caso è stato diverso dall’altro. Qualcosa andrà fatto ma tutto arriverà da quello che ci diranno i medici sportivi”.

Crede che la stagione potrà riprendere?
“Lo spero, perché è meglio un risultato sul campo che uno deciso a tavolino. Però il prossimo anno ci sono gli Europei e quindi si potrebbe pensare anche a una formula del campionato di versa. Se questo campionato finisse troppo tardi ci potrebbero essere dei problemi per la prossima stagione, visto che potrebbe finire vicino all’Europeo. Vorrei però finire prima questo campionato, poi si parlerà del prossimo”.


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