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Sannino: "Destro è un talento. Luis Enrique? Lo stimo, ma non capisco come si stressi allenando"

di Furio Febbo
Fonte: Radio IES

Giuseppe Sannino è oggi intervenuto durante la trasmissione La Città nel Pallone sulle frequenze di Radio Ies. L'allenatore del Siena ha parlato di Mattia Destro, del mestiere dell'allenatore, e non solo. Ecco le sue parole:

Si dice che a Siena di lavori molto bene.
“E’ una città ospitale e la società mi ha dato l’opportunità di allenare nel modo migliore. Tutto questo ha fatto si che siamo stati bravi ad arrivare alla salvezza anche anticipatamente”.

Si aspettava di raggiungere la salvezza così presto giocando un bel calcio?
“Quest'anno siamo partiti con una squadra che ha vinto il campionato e che aveva un grande allenatore che è Conte. Sicuramente visto che arrivavo dalla Serie B, pensavo di pagar dazio in qualche modo e invece ho trovato un gruppo in grande sintonia. Abbiamo costruito la salvezza sul rapporto e sulla capacità di conoscersi in fretta. Questo si è visto sul campo. Poi la mentalità di campionati tra B e A è sicuramente diversa. In Serie A giochi contro grandi squadre che ti tengono frequentemente nella tua metà campo. Per quanto riguarda il gioco, noi cerchiamo di fare del nostro meglio, ma abbiamo sempre gli occhi dei critici puntati addosso e fa piacere quando qualcuno ha visto qualcosa di buono”.

Perché bisogna puntare su allenatore stranieri, quando in Italia abbiamo i Sannino e i Pioli?
“Io sono un umile operaio di questo mondo e mi ritengo tale. So da dove sono partito e non ti regala niente nessuno. Anche se quest’anno abbiamo raggiunto la salvezza, non è che posso vivere di questo, la capacità di un uomo è quella di tenere in mente quello che si fa e pensare già a quello che si deve fare. Quello del calcio è un mondo dove oggi ci sei e domani non ci sei più e questo va parte del mio modo di pensare. Sono una persona pratica che pensa al giorno e non ai progetti. Può essere un difetto però sono contento di questo”.

Giudizio su Luis Enrique?
“L’ho conosciuto, lo stimo molto. A Roma ha trovato delle difficoltà, ma bisogna vivere le situazioni, la realtà di Roma. Sicuramente lo stress può essere una componente in cui una persona sola come un allenatore viene messo in difficoltà, ma noi facciamo il lavoro più bello del mondo. Ci sono milioni e milioni che vorrebbero fare quello che noi privilegiati facciamo. Io lo stress l’ho subìto quando non ho allenato. Lavorare in questo mondo, per chi già lo ha frequentato, è la cosa più bella. Lo stress c’è quando sei alla ricerca di uno stipendio, o come è successo a me, vinci due campionati consecutivi e rimani a casa. Io cominciai a correre per non pensare”.

Il momento migliore di quest’anno?
“E’ stato quando sono potuto scendere all’Olimpico da allenatore”.

Se ci scendesse da allenatore della Roma però…
“E’ una cosa troppa grande per me. Io sono fatalista e tutto quello che ho avuto è stato quello che ho meritato. Aspetto con serenità quello che mi capita”.

Su Mattia Destro.
“Di mio ci ho messo poco. Ogni allenatore può fare qualsiasi cosa, ma se dall’altra parte non c’è un ragazzo intelligente può fare poco. Mattia è un ragazzo di buona famiglia, che è una cosa importante, ha dei sani principi e ha capito che Siena era per lui l’opportunità di potersi esprimere. Sicuramente all’inizio ha sofferto un pochino perché il Siena doveva salvarsi, e perché le punte non possono crogiolarsi al limite dell’area avversaria. Poi ha capito che il sacrificio valeva la pena e che ha ampi margini di miglioramento. Neanche lui sa le reali possibilità che ha. E’ un talento, ha 21 anni e una vita davanti. Ogni tanto un calcio nel sedere fa sempre bene come a un figlio, ma tutto quello che ha fatto è merito suo, anzi, gli ho tolto qualcosa perché è stato tanto in tribuna, ma penso che alla fine ha trovato una persona come il suo papà che pensa al suo bene. Credo che alla lunga ti ricordi le persone che volevano l’impossibile da te e spero che Mattia si ricordi di me come una persona che ha cercato di dargli degli input per essere uomo in un mondo in cui a volte si deve essere ragazzini e dove non è tutto oro quello che luccica”.

Sarebbe pronto per la Roma?
“Mattia ha fatto il suo primo campionato in Serie A, facendo 12 gol. Ha bisogno di persone che gli diano ancora delle conoscenze e lui deve essere un ragazzo serio che riesce a prendere il meglio da tutti gli allenatori che ha. Facendo questo diventerà un grandissimo giocatore”.

E’ chiuso l’accordo con il Palermo?
“Non ancora. Io sono sotto contratto con il Siena, ho parlato con il presidente e deciderà lui il da farsi. Ci siamo dati un paio di giorni di tempo e alla fine troveremo una soluzione a tutto”.


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