Soleri: "L'esordio in Champions League la gioia più grande, spero di riuscire a tornare alla Roma"
Edoardo Soleri, attaccante della Roma in prestito all'Almere City, ha rilasciato un'intervista a Tuttocalcionews: “Qui mi trovo bene, sicuramente il problema della lingua c’è perché l’olandese è molto difficile. Per fortuna l’allenatore è italiano e mi spiega il tutto nella nostra lingua. L’ambientamento procede bene giorno dopo giorno, sono felice e spero di adattarmi sempre di più a questa realtà che è sicuramente diversa da quella italiana”.
Sulla scelta di andare in Olanda.
“In Italia c’era un po’ di incertezza sui ripescaggi e in molti mi dicevano di aspettare, ma nel frattempo avevo anche altre offerte dall’estero. Venivo da un anno in cui avevo giocato poco a Spezia e avevo giocato bene e abbastanza con l’Almeria, quindi la mia priorità era trovare maggior continuità per segnare un po’ di più. Qui il nostro allenatore mi ha fatto sentire subito importante, il campionato di serie B olandese è di buon livello e sono felice di quest’esperienza. Ovviamente, un domani vorrei ritornare in Italia. Consigli da Strootman? Non ho parlato con lui, ma prima di venire qui mi sono confrontato con la società e anche loro pensavano che fosse la scelta migliore”.
Il debutto in Champions.
“È stata una gioia immensa e inaspettata, ci ho sempre creduto e l’ho sempre sognato. Sono stato anche fortunato perché perdevamo 3-1 col BATE e stava per entrare Uçan. Poi la Roma ha segnato il 2-3 con Torosidis e Garcia mi chiama e mi ha fatto entrare in campo: è stata la gioia più grande che sono riuscito a vivere da calciatore, un momento bello ed emozionante per me e per la mia famiglia. È strano esordire prima in Champions League che in campionato come Zaniolo? Non lo so se c’è qualcosa di strano in questo, parliamo molto di fortuna e opportunità. Sono stato tante volte in panchina in Serie A, magari se fosse servito il mio contributo in quel momento sarei entrato in una partita di campionato invece che in Champions. Quando giochi per la Roma – che sia in campionato o in Champions – è sicuramente una cosa bella che ti porti indietro tutta la vita, spero un giorno di riuscire a tornare e rigiocarci. Dispiaciuto per il mancato esordio in Serie A? No. Certo mi avrebbe fatto piacere ma giocando nella Roma sai anche che ci sono tanti campioni. Quando ti siedi in panchina e vedi giocatori come Totti capisci che ci sono delle gerarchie e le devi accettare, anche se sei giovane e vorresti spaccare tutto. Ogni cosa ha il suo momento, magari allora non era il mio e un giorno arriverà”.
Gli allenatori conosciuti alla Roma.
“Garcia e Spalletti sono due grandi allenatori con cui mi sono trovato sempre bene in allenamento, loro sono abituati a lavorare con giocatori di grande livello e quindi ti possono insegnare molte cose. Con Spalletti sono riuscito a fare anche un ritiro e una tournée in America. Alberto De Rossi è stata una figura molto importante, ancora oggi lo sento spesso perché è come un padre calcistico per noi giovani che arriviamo nella Primavera della Roma. Lui sa come prenderti, consigliarti e ha sempre una parola buona per te oppure sa quando è il momento di tirarti le orecchie. È stato importante per me perché mi ha fatto esordire 2/3 anni sotto età in Primavera mentre non giocavo tra gli Allievi. Anche come persona mi ha migliorato molto”.