.

Spadafora: "FIGC riadatterà protocollo per ripresa allenamenti dal 18 maggio. Consapevoli che necessità di terminare Serie A nasce non solo da questioni sportive"

di Luca d'Alessandro

Queste le parole del Ministro delle Sport Spadafora durante un'informativa del Senato: “Credo che la FIGC possa riadeguare il protocollo in attesa della ripresa degli allenamenti. Se il campionato di Serie A riprenderà questo avverrà perché siamo riusciti a mettere in sicurezza tutti coloro che sono inclusi in questo mondo. Manteniamo la linea di massima prudenza senza farci condizionare. Sono pienamente consapevole dell’importanza non solo sociale del calcio, sarebbe paradossale non riconoscessi l’importanza di questo mondo anche perché dati alla mano, è un’industria importante del nostro paese con un giro d’affari importanti e dà al fisco oltre un miliardo l’anno ma è eccessivo l’inasprimento del dialogo, anche agli occhi degli italiani che pensano alla salute. L’altro ieri sono arrivate le valutazioni del comitato tecnico-scientifico sul protocollo della FIGC per la ripresa degli allenamenti di squadra, sono numerose e ne cito tre significative: la prima sulla quarantena di squadra dopo un primo positivo senza alcun contatto, la seconda sulla responsabilità ai medici dei club, la terza sull’enorme numero di tamponi che non vada ad impattare sui cittadini”.

Credo che le osservazioni saranno prese in considerazione dalla FIGC che riadatterà il proprio protocollo per la ripresa degli allenamenti dal 18 maggio. Poi resterà la necessità di definire la riapertura del campionato: il campionato se riprenderà come tutti auspichiamo lo farà perché saremo arrivati a questa decisione dopo una serie di attività che avranno consentito di riprendere in totale sicurezza per tutti. Non era possibile decidere solo per una fretta irresponsabile o per le spinte di qualcuno. D’altronde tutti i paesi hanno dovuto analizzare la curva dei contagi prima di prendere una decisione. Il Governo ha tenuto una linea precisa e coerente di prudenza, mentre abbiamo visto cambiare opinione da parte di molti presidenti. Abbiamo coerentemente tenuto sempre la stessa linea senza farci condizionare”.

“Qualcuno si è chiesto come mai se in un supermercato una cassiera risulta positiva non si chiude il negozio mentre nel caso di una squadra si prescriva che vada tutta in quarantena. La risposta è banale, nel supermercato è possibile tenere il distanziamento e utilizzare le mascherine, al contrario nel calcio che è per sua natura uno sport nel quale non è possibile. I calciatori devono marcarsi e assembrarsi in area di rigore. Per questo nasce l’autoisolamento per tutti, Siamo consapevoli che necessità di terminare i campionati nasce non solo da questioni sportive ma anche da legittime e indiscutibili ragioni economiche, essendo legata al tema dei diritti televisivi da cui dipende tutto il sistema ma anche molte squadre fortemente indebitate”.


Altre notizie
PUBBLICITÀ