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Suma, Milan Channel: "L'amore per la Roma di Totti lo sfiancherà in vista dei Mondiali. Galliani osserva Sabatini"

di Claudio Lollobrigida
Fonte: tuttomercatoweb.com

Mauro Suma, direttore di Milan Channel, nel suo editoriale su tuttomercatoweb.com ha trattato temi inerenti al mondo Roma: "Francesco Totti, che sta vivendo uno dei tanti momenti di enormità della sua carriera, è paradossalmente troppo innamorato della Roma per poter andare davvero ai Mondiali in Brasile. Adesso lo meriterebbe e sarebbe una grande risorsa, senza dubbio alcuno. Ma la lotta Scudetto della sua squadra, del suo unico amore, la Roma, lo scaverà dentro così tanto che è pressoché aritmetico che Totti non possa arrivare a giugno nello stesso stato di forma di oggi. Ci vorrebbe un amore per la Nazionale alla Robi Baggio per proiettare il Re di Roma a Rio de Janeiro. Ma Baggio amava la Nazionale perché era la sua vera casa e per lei era disposto a stare buono a Francia '98 e a fare allenamenti sovrumani per recuperare in vista di Corea/Giappone 2002. Baggio aveva giocato nel Vicenza e poi in Fiorentina, Juventus, Milan, Inter e Bologna. Sempre grande, sempre sopra le righe. Ma mai innamorato di una di queste maglie, come Totti lo è della Roma. L'amore non è mai criticabile. Ma ti sfribra, ti consuma. Totti non darà tutto in questo stagione per la maglia giallorossa: darà di più. E Cesare Prandelli ha appena detto che la discriminante per la scelta dei convocati per il Mondiale sarà fisica, atletica...Chi corre, chi è in forma, verrà chiamato. Gli altri evidentemente no... 

Quest'estate Walter Sabatini era una sorta di criminale di guerra. Presente sui social network pieni di teschi giallorossi, gettonatissimo negli stendardi e negli striscioni così incazzati che più incazzati non si può dei tifosi della Roma. Lui era il colpevole di tutti i disastri degli ultimi anni. L'artefice della Finale di Coppa Italia persa, dei fallimenti di Luis Enrique e Zeman, dei ridimensionamenti di Totti e De Rossi, della stagione fuori da tutte le Coppe, dell'umiliazione per il gran rifiuto di Allegri. Tutto questo era lo scenario dello psicodramma giallorosso non di dieci anni fa, ma di tre mesi fa. Siamo in ottobre, quello di cui parliamo accadeva a Luglio. In tre mesi Walter Sabatini è il dirigente dei miracoli, del punteggio pieno, dell'intuizione giusta sull'allenatore e della campagna acquisti perfetta con le cessioni di Marquinhos, Lamela e Osvaldo che hanno risanato il bilancio e lasciato un po' di spiccioli per Strootman, Benatia, Maicon e Liajic. A Luglio tutto male, oggi tutto bene. Seicento chilometri più in su, Adriano Galliani osserva silente la parabola giallorossa. La squadra che era sbocciata contro il Psv a San Siro e che lui aveva rafforzato nei giorni successivi oggi è in infermeria, uno stanzino che dovrebbe essere zona franca. Ma i profeti non concedono mai l'onore delle armi a nessuno, sentenziano e basta. Un rutto e via, chissenefrega. Sarà giusto così, in ogni caso il rumore dei nemici non raggiunge Galliani. Lui preferisce i silenzi in pubblico e il lavoro sodo in Società e a Milanello perché quello in cui credeva il 3 Settembre è lo stesso in cui crede oggi".


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