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Verdone: "Non mi sono ancora fatto un'idea precisa sulla Roma di Mourinho"

di Marco Rossi Mercanti

Carlo Verdone, noto attore e tifoso romanista, ha parlato ai microfoni di Centro Suono Sport all'interno della trasmissione "Parametri Zero":

La tua opinione su questa Roma?
«Ancora non mi sono fatto un'idea precisa. Sono convinto dell'allenatore ma credo che i giocatori siano un pochino meglio di come l'abbia descritti lui. Il 6-1 non è giustificabile. Manca un centrocampista e un difensore sicuramente. Sono un po' frastornato da questo risultato. Ci sono ancora degli svarioni in difesa anche nei titolari. Con la Fiorentina non so se meritava di vincere la Roma, secondo me non meritava la sconfitta la squadra di Italiano. Fino ad adesso un gioco preciso ancora non l'ho individuato. Chissà se questa batosta serve per dare la scossa, io me lo auguro. Vedremo domani la partita con il Napoli ma comunque vada griderò forza Roma».

Come mai in ogni tuo film ci sono pochi riferimenti al calcio?
«Perché nei vari film non c'entrava quasi niente parlare di Roma e di calcio. Nella mia serie nella quarta puntata c'è un riferimento alla Roma con Max Tortora mentre stiamo andando allo stadio».

Su "Vita da Carlo" come ti sei messo in gioco?
«Mi sono raccontato, c'è un 40% di verità e un 60% romanzato. Sono troppo generoso nella mia vita, spesso davo una mano e si prendevano tutto il braccio. Per me è difficile dire di no perché c'è una forte sensibilità ma forse è arrivato il momento di dire qualche no. Nella serie sono stato molto sincero nel raccontare degli episodi reali. Credo di aver fatto una cosa molto speciale con questa serie».

Una curiosità sulla prima puntata della serie, si apre con te che parli con uno sceneggiatore che ti chiede di interpretare un personaggio drammatico. Quanto è romanzato e quanto c'è di vero in quel dialogo?
«Un pò è romanzato, quello che c'è di vero è che un pochino vorrei alzare l'asticella. Io avrei voglia di fare qualche altra cosa rispetto ai soliti personaggi poco drammatici. Il tempo e gli anni mi hanno dato ragione però. Se non avessi fatto determinati film non avrei avuto questo successo in un determinato tipo di pubblico. Io sono contento di quello che ho fatto. Non puoi sempre vincere, arriva il momento che incominci a prendere qualche gol».

C'è stato un tuo film sottovalutato?
«Si direi "C'era un cinese in coma". Lo presero con un film non comico e triste. Poi però col tempo è stato apprezzato. È un buon film. Sono molto contento di averlo fatto. Il film non ha perso, è ritornato in pari con gli incassi. È andato molto bene in televisione».

"Al lupo al lupo"?
«Arrivava dopo un film che aveva vinto un sacco di premi. È meno ricordato perché ha meno battute. I film più ricordati sono quelli che hanno più battute e tormentoni. È un film che ha più poesia. La scena finale è molto efficace e commovente. È un film meno trasmesso proprio perché è meno comico ma a livello qualitativo è molto alto».

Tra le persone e gli artisti che tu idolatravi c'è stato qualcuno che ti ha deluso?
«Si mi è capitato con star importanti internazionali. Quando vedi che hanno poca generosità, quando si sentono 10 metri più alti di te e non vogliono parlare. Quindi si, qualcuno te lo aspetti in un modo e poi new realtà è in un altro».

Troisi, Nuti, Benigni. C'è qualcuno di questi tre con cui ti è dispiaciuto non lavorare?
«No perché ognuno di noi aveva una personalità talmente forte che un film insieme non avrebbe fatto scattare nessuna scintilla. Loro viaggiavano molto su binari personali, era difficile entrare nel loro mondo. Non ci ho mai pensato di lavorare con loro».

Qual è stata la tua battuta più riuscita?
«Olive greche è un continuo. Però sono contento che tante battute siano entrate nell'immaginario delle persone. Le battute funzionano perché vengono dette in un certo modo, è come le dici che è importante».

C'è stato un imprevisto, una situazione imbarazzante su un set di un tuo film? 
«Nei "Due Carabinieri" c'è il povero Boldi che muore. Lui scende dalla camionetta e va verso la macchina che poi avrebbe causato la sua morte. Boldi doveva aprire il porta bagagli. È stato sostituto da un manichino. Il ragazzo che si occupava dell'esplosione ha forse messo un pò troppo esplosivo. La macchina si è disintegrata e sono partiti gli sportelli. L'altro carabiniere che era rimasto a bordo della camionetta, per paura è scappato ma mentre scappava ci fu un'altra esplosione e partì un altro sportello che sfiorò di qualche centimetro il carabiniere».


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